Stati Uniti: payrolls sopra le stime a giugno, attesa una ripartenza delle retribuzioni
Nuova prova di forza del mercato del lavoro a stelle e strisce. Il mese scorso il saldo delle buste paga nei settori non agricoli statunitensi (le c.d. non-farm payollls) ha evidenziato un incremento di 222 mila unità, un dato decisamente maggiore delle +178 mila unità del consenso. Si tratta del dato maggiore in quattro mesi.
Migliorano, da 174 a 207 mila e da 138 a 152 mila, i dati relativi aprile e maggio. In media, nel 2017 sono stati creati 180 mila nuovi posti di lavoro al mese, di poco sotto i +187 mila del 2016.
Inatteso ma non troppo, visto che la forza del mercato del lavoro tende ad incrementare il numero di persone alla ricerca attiva di un’occupazione, è l’incremento, dal 4,3 al 4,4 per cento, registrato dal tasso di disoccupazione. Gli analisti avevano stimato un dato in linea con il precedente che, giova ricordarlo, rappresentava il risultato minore degli ultimi 16 anni.
I future sugli indici segnalano una probabile apertura positiva delle contrattazioni a Wall Street (+0,21% per il derivato sullo S&P500, +0,41% di quello sul Nasdaq e +0,19% per il Dow) e l’indice del dollaro, che rileva l’andamento del greenback rispetto a un basket di valute, grazie a un rialzo di un quarto di punto percentuale si è riportato a 95,8 punti.
Con un tasso di disoccupazione sotto il 5% diventa particolarmente importante l’andamento dell’aggregato U-6, che al tasso “classico” aggiunge i lavori scoraggiati, marginali e chi lavora a tempo parziale ma vorrebbe essere impiegato full-time. Al 9,9% a giugno 2016, l’U-6 il mese scorso è passato dall’8,4 all’8,6 per cento. Sale anche il tasso di partecipazione, passato dal 62,7 al 62,9%.
+0,2% per le retribuzioni medie orarie che salgono a 26,25 dollari. Negli ultimi 12 mesi la paga oraria ha fatto segnare un +2,5%, al di sopra del 2,4% della precedente rilevazione ma inferiore all’incremento abitualmente registrato in questa fase del ciclo economico. La Federal Reserve ha più volte rimarcato di attendersi che la forza del mercato del lavoro si riversi sulle retribuzioni.
Siamo d’accordo, rileva James Knightley di ING. “Ci attendiamo che il Pil del secondo trimestre registri un’accelerazione sopra il 3% annualizzato mentre la crescita dei prezzi delle commodity e la debolezza del dollaro nei prossimi mesi dovrebbero spingere l’inflazione. In presenza di una probabile crescita dei salari, stimiamo un ulteriore incremento dei tassi nel corso dell’anno”. Al momento, gli operatori contattati da Bloomberg si attendono che la nuova stretta sarà varata a dicembre.
Attenzione anche all’avvio del piano di riduzione del bilancio della Banca centrale. Per quanto riguarda i Treasury, si inizierà con il mancato reinvestimento di 6 miliardi di dollari e la cifra salirà di 6 miliardi ogni mese fino ad arrivare a 30 miliardi mensili. Nel caso invece dei MBS (Mortgage-Backed Securities) si inizierà con 4 miliardi, 4 miliardi saranno aggiunti ogni tre mesi fino ad arrivare a 20 miliardi/mese.