Notizie Dati Macroeconomici Stati Uniti: disoccupazione scesa ai minimi dal 2011, ma deludono le payrolls. Che farà ora la Fed?

Stati Uniti: disoccupazione scesa ai minimi dal 2011, ma deludono le payrolls. Che farà ora la Fed?

2 Giugno 2017 15:46

I segnali che giungono dal mercato del lavoro negli Stati Uniti sono contrastanti, gettando un’ombra sulle prossime mosse della Federal Reserve. Secondo le indicazioni pubblicate oggi dal Dipartimento del Lavoro Usa, il tasso di disoccupazione è sceso a sorpresa a maggio al 4,3% dal precedente 4,4%. Si tratta del livello più basso dal 2011. Eppure il declino sembra derivare più dalle persone che lasciano la forza lavoro piuttosto che da un aumento del numero di occupati. Infatti il saldo delle buste paga nei settori non agricoli, le cosiddette non-farm payrolls, si è attestato a 135mila unità a maggio, in calo rispetto alle 174mila di aprile (dato rivisto in calo da +211mila) e sotto le attese degli analisti che si aspettavano un aumento più consistente a 185mila unità. Delusione anche per l’andamento dei salari, cresciuti soltanto del 2,5% rispetto all’anno prima contro un +2,7% atteso dal mercato.

Ora gli investitori tornano a interrogarsi sulla tempistica di una stretta monetaria da parte della Federal Reserve, in particolare su un possibile rialzo dei tassi di interesse nel meeting in calendario il 13-14 giugno, come finora previsto. “Il rapporto sul mercato del lavoro americano avrebbe dovuto essere orribile per preoccupare la Fed, e i numeri odierni seppur deludenti non faranno cambiare idea su un’aumento dei tassi a giugno”, rassicura James Smith, esperto dei mercati sviluppati presso ING. L’esperto, guardando da vicino i dati, spiega che essendo l’economia americana ormai vicina alla piena occupazione è fisiologico un graduale rallentamento della crescita dei posti di lavoro.

Se dunque il rialzo dei tassi da parte della banca centrale americana sembra ormai certo a giugno, nonostante questi deboli dati sull’occupaizone, più incerta invece sarà la traiettoria futura. La politica monetaria della Fed nei prossimi mesi potrebbe essere condizionata non soltanto dai dati macro (più o meno deludenti) ma anche dalle mosse dell’amministrazione Trump.