Notizie Notizie Italia Spread BTP-Bund sotto quota 140, AXA Investment Managers Italia: ottimismo nel medio periodo

Spread BTP-Bund sotto quota 140, AXA Investment Managers Italia: ottimismo nel medio periodo

14 Novembre 2017 14:51

Spread BTP-Bund ancora in flessione, buca la soglia di 140 punti base, con i tassi sui BTP decennali che scendono all’1,8040% e quelli sui Bund tedeschi che arretrano allo 0,4080%.

Alessandro Tentori, CIO AXA Investment Managers Italia, fa notare che, in seguito alla conferenza stampa di Mario Draghi del 26 Ottobre, il rendimento del BTP decennale è sceso di ben 35 punti base, attestandosi su livelli di 1,70%, livelli non visti da ben prima del Referendum Costituzionale dello scorso anno”.

Per Tentori la “performance relativa del BTP è spettacolare anche in termini relativi: lo spread sul Bund tedesco è sotto i 140 punti base, ben lontano dai picchi di Aprile a 214bp“.

Si assottiglia “anche lo spread con i Bonos Spagnoli che rendono circa 29 punti base in meno del BTP, dopo il picco di giugno a 73 punti base. Un total return di +2,5% da inizio anno è di tutto rispetto se si considera l’andamento dei mercati governativi di riferimento, in un anno caratterizzato dalla graduale riduzione dello stimolo del QE da parte della BCE. In termini di paragone, i governativi tedeschi hanno reso -0,7% mentre quelli Spagnoli +1,7%”.

Il CIO di Axa Investment Managers in Italia spiega il trend con un mix di fattori. Sicuramente, a suo avviso, stanno avendo un effetto positivo sui BTP le rassicurazioni arrivate dalla Bce, che prosegue nella sua “politica espansionistica”.

“Il temuto “tapering” – fa notare Tentori – si sta rivelando molto meno aggressivo di quanto si temesse dopo la conferenza di Sintra”. Di conseguenza, la previsione è che “per i prossimi 6-7 mesi” non ci siano novità particolari sul fronte del Quantitative easing.

L’altro fattore che spiega il trend dei BTP si riassume nell‘andamento congiunturale e nel rischio politico, in vista delle imminenti elezioni politiche del 2018.

A tal proposito, l’esperto precisa che “l’arena politica Italiana è perennemente sotto la lente di ingrandimento degli investitori stranieri”, aggiungendo che “il bias negativo è una costante nelle discussioni sul Belpaese, fattore importante perché si presta immancabilmente alla classica sorpresa. La performance delle classi di attivo italiane nel contesto di un rimodellamento degli equilibri politici interni ne è la conferma. La crescita migliore delle attese è un altro importante fattore sorpresa, anche se rimangono alcuni interrogativi sui bilanci del sistema bancario Italiano”.

Il terzo fattore è il posizionamento degli investitori: “La view di consenso prima della riunione della BCE di fine ottobre si può sintetizzare con posizione corte sia sui Bund che sul BTP a fronte di posizioni lunghe sul cambio EUR/USD. La performance delle ultime due settimane è quindi un misto di coperture di posizioni sbagliate e repricing del rischio paese alla luce dell’inatteso miglioramento del rating a BBB da parte di Standard & Poor’s”.

L’outlook di medio periodo è improntato all’ottimismo:

“In termini di allocazione nei portafogli di investitori stranieri, gli asset Italiani e in particolare quelli governativi sono ancora un po’ indietro rispetto agli asset di altri paesi della Zona Euro. L’analisi del rischio politico e delle potenziali ripercussioni sulla sostenibilità del debito pubblico in scenari estremi, come anche l’incertezza sulle sofferenze bancarie e su fattori strutturali come lo sbilanciamento relativo dell’ndustria Italiana sul settore delle PMI, sono alla base delle considerazioni degli investitori stranieri”.

“In uno scenario di crescita globale sincronizzata – prosegue Tentori – noi vediamo questo come un punto di partenza più che un punto di arrivo. Di conseguenza il BTP è destinato a performare nel medio periodo rispetto agli altri governativi dell’Eurozona, nella misura in cui le aspettative degli investitori stranieri subiscono una costante revisione al rialzo e i portafogli globali si trovano immancabilmente sottopesati sull’asset class Italia”.

Oltre ad AXA, ottimista sui titoli del debito pubblico italiano, a dispetto delle elezioni politiche imminenti, sono anche, così come ha indicato un articolo di Bloomberg all’inizio di novembre, Amundi, JP Morgan Asset Management e Fidelity International. Sicuramente, a contribuire anche in questo caso al sentiment di maggiore fiducia, sono stati la revisione al rialzo del rating sull’Italia, a sorpresa, da parte di S&P, l’approvazione della riforma elettorale e l’attesa di nuovi acquisti di BTP da parte della Bce: il programma di Quantitative easing, pur se dimezzato a partire dall’anno prossimo, è stato infatti esteso al settembre del 2018.

Vale tuttavia la pena segnalare una nota recente di Goldman Sachs, da cui risulta che l’Italia è il paese dell’Eurozona più vulnerabile anche alla riduzione degli acquisti di asset da parte della Banca centrale europea, fattore che rende altri esperti più cauti, in generale, sull’Italia. 

Goldman Sachs ha calcolato che la Bce acquisterà nel 2018, in media, 2/5 dei bond governativi di nuova emissione: esattamente, il 53% delle emissioni tedesche, il 60% di quelle portoghesi e solo il 19% di quelle italiane.

Detto questo, da segnalare che nel mese di ottobre i BTP con scadenza decennale hanno riportato il mese migliore dal luglio del 2015, con i rendimenti che sono scivolati di ben 28 punti base, a fronte dello spread con il Bund tedesco ridotto di 18 punti base.