Petrolio: IEA, calo delle scorte globali è frenato dal basso tasso di compliance
Nonostante scorte in calo, il ribilanciamento del mercato petrolifero rappresenta un processo particolarmente “ostico”. È quanto riporta nel suo report mensile l’International Energy Agency (IEA), l’Associazione che raggruppa i Paesi consumatori di greggio.
Nel secondo trimestre, le scorte globali sono scese a un ritmo di 500 mila barili giornalieri portandosi sotto la soglia dei 3 miliardi in scia di politiche di riduzione dell’offerta, i tagli concertati tra l’Opec e i maggiori produttori non facenti parte del cartello, e del rafforzamento della domanda.
A questo ritmo, rileva l’ente con sede a Parigi, a inizio 2018 gli stock sono comunque destinati a confermarsi sopra la media quinquennale vanificando uno degli obiettivi dell’Organizzazione dei Paesi esportatori. Il rispetto dei tagli da parte dei firmatari dell’accordo è “irregolare” e “potrebbe ostacolare la tempistica di ribilanciamento della domanda e dell’offerta”.
“I produttori che si sono impegnati (a ridurre l’output, ndr) fino a marzo 2018 dovrebbero convincere il mercato che sono uniti. Oggi questo non è del tutto evidente”.
Causa l’incremento della produzione libica (il Paese è esentato dai tagli) e un basso tasso di compliance (di rispetto degli impegni presi), l’output del Cartello a luglio si è portato ai massimi da inizio anno a 32,8 milioni di barili giornalieri, +230 mila rispetto a un mese prima. Nel complesso, a livello globale l’offerta di petrolio in un mese è aumentata di 520 mila barili.
Nell’intero anno il dato è atteso a 700 mila barili mentre il prossimo dovrebbe registrare +1,4 milioni. Gran parte dell’incremento è da ricondurre al greggio made in Usa, stimato rispettivamente in aumento di 600 mila e di 1 milione di barili.
Dal fronte richieste, l’IEA ha alzato da 1,4 a 1,5 milioni giornalieri la view sul 2017 a 97,6 milioni (+1,4 e 99 milioni l’anno prossimo). “I produttori dovrebbero essere incoraggiati dalla domanda che, anno dopo anno, aumenta in maniera più forte rispetto a quanto precedentemente atteso”.
Sul mercato, “potrebbe esserci più fiducia che il ribilanciamento è destinato a continuare se alcuni produttori non mostrassero […] segnali di un indebolimento della loro volontà”.