Notizie Notizie Italia Obbligazioni: 5 idee di investimento per i prossimi 12 mesi in vista del rialzo dei tassi

Obbligazioni: 5 idee di investimento per i prossimi 12 mesi in vista del rialzo dei tassi

19 Settembre 2017 14:20

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I mercati obbligazionari potranno offrire alcune opportunità nei prossimi mesi, purchè gli investitori siano flessibili e senza vincoli. Parola di Nick Gartside, international chief investment officer per il reddito fisso di JP Morgan Asset Management. Secondo l’esperto, chi vorrà investire in obbligazioni dovrà ampliare la ricerca di reddito considerando i rendimenti bassi e il rischio di rialzo dei tassi d’interesse da parte delle banche centrali. Ecco allora le sue 5 idee di investimento considerate interessanti per i prossimi 12 mesi.

1. Ancora su livelli elevati: high yield statunitense
Il team di JP Morgan AM prevede che le società statunitensi continueranno a godere di buona salute nei mesi a venire, grazie alla maggiore crescita mondiale che alimenterà l’accelerazione degli utili. I redditi e gli indici di copertura del debito stanno aumentando, mentre l’indebitamento è in diminuzione: tutte buone notizie per gli investitori obbligazionari. I tassi d’insolvenza si sono collocati all’1,5% nei dodici mesi a giugno, al di sotto della loro media di lungo termine del 3,7%. Nel frattempo gli spread hanno registrato una forte dinamica di compressione negli ultimi 18 mesi e, anche se tale ritmo non verrà mantenuto, permane un ulteriore margine di contrazione in un contesto di graduale aumento o stabilità dei tassi d’interesse.

2. Sì alle obbligazioni societarie statunitensi investment grade
La solidità del settore societario statunitense porta l’esperto di JP Morgan a essere positivo anche nei confronti delle obbligazioni societarie investment grade statunitensi. I rendimenti, oltre il 3%, sono interessanti rispetto a quelli offerti dai titoli sovrani con pari rating. La domanda è inoltre molto robusta: gli afflussi di capitale nelle obbligazioni societarie investment grade statunitensi sono ai massimi degli ultimi otto anni. “Nel 2017 – prevede Gartside – ci aspettiamo che un’offerta complessivamente inferiore fornisca supporto al quadro tecnico, anche se tale scenario non si è ancora materializzato del tutto, poiché le società sembrano avere anticipato le emissioni alla prima parte dell’anno in previsione di ulteriori rialzi dei tassi”.

3. Puntare sulle banche: capitale bancario subordinato europeo
Le banche europee aumenteranno ancora le riserve di capitale e mostreranno coefficienti Core Tier 1 e indici di indebitamento nettamente migliori rispetto ai minimi regolamentari. A inizio anno le banche avevano risentito dei timori di un ulteriore calo dei tassi d’interesse che avrebbe accresciuto la pressione sugli utili, ma tali apprensioni si sono attenuate e ora le revisioni degli utili nel settore sono state positive. Con gli spread attorno a 400 punti base, le valutazioni sono interessanti. Tuttavia, è fondamentale essere selettivi, avverte l’esperto di JP Morgan AM. Alcune banche, in particolare nei Paesi europei periferici, hanno ancora problemi con i crediti in sofferenza, pertanto è importante esaminare con attenzione i fondamentali dei singoli emittenti.

4. Investire localmente: debito dei mercati emergenti in valuta locale
I mercati emergenti stanno beneficiando delle condizioni favorevoli nei paesi sviluppati, incluse le politiche monetarie ancora accomodanti e la scarsa forza del dollaro. Anche i fondamentali delle economie emergenti sembra stiano migliorando, con un aumento della crescita tendenziale, livelli di debito più bassi, un miglioramento del saldo delle partite correnti e maggiori riserve di liquidità che forniscono protezione contro un’eventuale volatilità futura. Il debito in valuta locale dei mercati emergenti è quindi, secondo l’esperto, il settore del reddito fisso che offre il maggior valore al momento. “I rendimenti sono diminuiti, ma restano interessanti, e le valute sono convenienti rispetto alle medie storiche, motivo per cui preferiamo un’esposizione non coperta alle obbligazioni locali (che richiede un attento monitoraggio della volatilità dei cambi)”, spiega il gestore.

5. Alla larga dai titoli di Stato europei a breve termine
Sebbene i titoli di Stato europei siano al momento sorretti dagli acquisti della Banca Centrale Europea (Bce), il team di JP Morgan AM rimane prudente nei confronti di questo segmento. Mentre l’inflazione nell’Eurozona resta abbastanza bassa da dissuadere la Bce dal ridurre con troppa aggressività il programma di allentamento monetario, rimane comunque nettamente al di sopra dei rendimenti dei titoli di Stato, attestandosi oltre l’1% a fronte di rendimenti sovrani prossimi allo zero che per gli investitori si traducono in perdite in termini reali. I rendimenti dei titoli di Stato sono poco interessanti anche in termini assoluti, con il Bund a 10 anni allo 0,5% e circa il 35% del mercato regionale ancora con rendimenti negativi.