Mps torna a Piazza Affari e si spinge oltre quota 4,87 euro
Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) è ufficialmente tornata a Piazza Affari. Dopo aver toccato in avvio un minimo di giornata a 4,078 euro (un dato in linea con le stime degli analisti), il titolo della banca senese ha iniziato a premere sull’acceleratore e si è spinto fino a 4,88 (massimo di giornata) dopo essere stato sospeso più volte in meno di un’ora dall’apertura. C’era molta attesa per il ritorno in Borsa di Mps, soprattutto perchè il valore iniziale non era stato comunicato al mercato.
Le stime sul prezzo dell’azione erano comprese nel range compreso tra 4 e 4,5 euro e ieri la stessa banca ha parlato di un valore di 4,28 euro. Prezzi bassi, se paragonati agli 8,65 euro per azione a cui sono state convertite le obbligazioni subordinate e ai 6,49 euro per azione pagati dallo Stato. Tali valori implicherebbero per l’istituto senese una capitalizzazione inferiore ai 5 miliardi e una perdita potenziale del 50% per gli azionisti privati. La perdita teorica per lo Stato sarebbe di due miliardi di euro circa.
“Il ritorno a Piazza Affari delle azioni Monte Paschi di Siena dopo il fallito tentativo di ricapitalizzazione sul mercato e la parziale nazionalizzazione arriva in un momento delicato negli equilibri politici, istituzionali e del Partito Democratico e delle polemiche sulla riconferma di Ignazio Visco a governatore della Banca d’Italia. E non è certo qualcosa che come “timing” fa un regalo al segretario PD Matteo Renzi che nel gennaio 2016 a “Porta a Porta” aveva consigliato di investire proprio sulle azioni della banca senese perché “risanata””, commenta Salvatore Gaziano di Soldi Expert. “Consigliare ai risparmiatori di investire su questa banca “perché risanata” fa un po’ paura quindi a qualsiasi esperto anche perché per quanto buona parte dei crediti in sofferenza sono stati dismessi, aumentando la visibilità sul cash flow futuro alcune incognite ancora esistono – asottolinea Gaziano -. Soprattutto sul fronte dei ricavi futuri e in un comparto come quello bancario dove la pressione competitiva è sempre più forte (e MPS deve recuperare molto tempo perduto) e dove i regolatori europei possono ancora alzare il livello di accantonamenti richiesti”.
Sul fronte quotazione, la situazione si è sbloccata ieri mattina quando Consob ha dato il via libera al documento di registrazione, alla nota informativa e alla nota di sintesi relative all’ammissione a quotazione sul Mta di Borsa Italiana alle azioni ordinarie di Mps. Si tratta delle nuove azioni emesse il primo agosto 2017 a seguito dell’adozione delle misure di ripartizione degli oneri (il cosiddetto burden sharing) dopo l’aumento di capitale sottoscritto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef).
Fuori da Piazza Affari da dieci mesi. A fine di dicembre dello scorso anno la Consob aveva annunciato la sospensione dalle negoziazioni dei titoli emessi o garantiti da Mps e degli strumenti finanziari con sottostante titoli emessi da Mps, dopo il fallimento dell’operazione di ricapitalizzazione. “La sospensione durerà fino a quando non sarà ripristinato un corretto quadro informativo”, spiegava Consob in una nota dello scorso dicembre. Il titolo era stato sospeso a quota 15,08 euro.
Ieri Mps ha comunicato che Consob ha approvato il documento relativo all’offerta pubblica volontaria parziale di scambio e transazione per i titolari delle azioni ordinarie della banca (codice Isin IT0005276776) rivenienti dalla conversione del prestito obbligazionario subordinato denominato “€2.160.558.000 Tasso variabile Subordinato Upper Tier II 2008 – 2018” (Codice Isin IT0004352586). Il periodo di adesione all’offerta avrà inizio alle ore 8:30 del 30 ottobre 2017 e terminerà alle ore 16.30 del 17 novembre 2017 (estremi inclusi), salvo proroga”. La data in cui avverrà il regolamento dell’offerta sarà il prossimo 24 novembre. Infine, la società precisa che “per qualsivoglia ragione il Mef non adotti il decreto o, comunque, non lo pubblichi (ad esito dell’apposizione del visto sullo stesso da parte della Corte dei Conti) in tempo utile per avviare l’offerta e tenere la data di scambio entro il 25 novembre 2017, l’offerta non potrà essere finalizzata e si intenderà decaduta”.