Mitsubishi Materials crolla -11% a Tokyo, nuovo scandalo travolge il Giappone
Crollo del titolo fino a -11%, chiusura in recupero dai minimi intraday, ma caratterizzata da una flessione sempre importante, superiore a -8%. Risultato: bruciato l’equivalente di quasi $400 milioni di capitalizzazione in una sola seduta. E’ questo il conto che la borsa di Tokyo ha presentato a Mitsubishi Materials, il colosso industriale giapponese che, proprio all’inizio del mese, aveva visto le proprie quotazioni balzare al record in due anni, grazie al rialzo dei prezzi dei metalli sui mercati globali.
Mitsubishi è finita al centro di un nuovo scandalo tutto made in Japan, dopo aver ammesso di aver falsificato i dati relativi ad alcuni prodotti, tra cui macchinari industriali e componenti per auto e aerei, per fare in modo che venissero rispettate richieste specifiche inoltrate da alcuni clienti.
In tutto sarebbero più di 250 i clienti coinvolti nel caso, tra cui alcuni dai nomi altisonanti, come Boeing e Airbus.
Almeno due sono state le divisioni del gruppo che hanno fornito informazioni false: Mitsubishi Cable Industries ha falsificato, in particolare, i dati sui materiali sigillanti di gomma utilizzati negli aerei e nelle vetture, per almeno due anni e mezzo, a partire dall’aprile del 2015.
Un’altra sussidiaria, Mitsubishi Shindoh, ha manipolato i dati su alcuni prodotti in metallo, a partire dall’ottobre del 2016.
Mitsubishi Materials ha precisato che, in entrambi i casi, l’azienda non aveva rilevato la presenza di problemi legali o di sicurezza.
Stando a quanto riportato dal quotidiano finanziario giapponese Nikkei, a essere coinvolta nello scandalo sarebbe anche una terza divisione, Mitsubishi Aluminium, che avrebbe fornito ai clienti altri prodotti con informazioni non veritiere. Il portavoce di Mitsubishi Materials non ha a tal proposito rilasciato commenti.
Bisogna vedere ora quale sarà l’impatto sugli utili: le divisioni coinvolte nello scandalo sono in realtà relativamente piccole. Tuttavia, è stato lo stesso colosso ad ammettere di non essere riuscito ancora a quantificare le conseguenze sulla propria redditività.
Stando a quanto recita il comunicato, Mitsubishi Cable avrebbe scoperto la falsificazione dei dati nel mese di febbraio, per poi decidere di interrompere i rifornimenti dei prodotti interessati dalla vicenda lo scorso 23 ottobre. La capogruppo sarebbe stata informata due giorni più tardi.
Mitsubishi Shindoh avrebbe fatto la scoperta a ottobre e interrotto le spedizioni lo scorso 18 ottobre, per poi avvisare la casa madre il giorno successivo.
Mitsubishi Materials ha riportato lo scorso anno un fatturato di quasi $12 miliardi, su cui le divisioni Shindoh e Cable hanno inciso per $1,4 miliardi.
La notizia arriva dopo che a ottobre Kobe Steel, produttore di acciaio in Giappone, aveva ammesso di aver falsificato i dati relativi alla qualità dell’alluminio e del rame venduti.