Notizie Indici e quotazioni Mercati europei: Borsa Madrid ed euro deboli dopo voto Catalogna

Mercati europei: Borsa Madrid ed euro deboli dopo voto Catalogna

2 Ottobre 2017 10:38

La prima seduta del mese di ottobre e dell’ultimo trimestre dell’anno al via in territorio positivo per i principali mercati europei, fatta eccezione per la Borsa di Madrid che inizia in frenata all’indomani del referendum sull’indipendenza in Catalogna. Un voto che ha visto prevalere i “sì”, e le dichiarazioni dei leader catalani che, forti di questo risultato, vogliono avviare la procedura di indipendenza.

Euro sotto pressione, driver centrale resterà sempre riunione Bce
Non soffre solo il listino di Madrid, con l’Ibex che lascia sul terreno lo 0,9% (riduce le perdite rispetto all’avvio), ma anche è anche l’euro ad essere sotto pressione dopo il voto di Barcellona. Il cambio valuta unica/biglietto verde si mantiene, infatti, sotto la soglia di 1,18 e in questo momento viaggia a 1,1740, cedendo lo 0,65 per cento. “Il trend rialzista sull’euro dollaro scricchiola, in molti sono ancora convinti di vederlo a 1,25 entro fine anno, ma non penso sia lo scenario più probabile”, segnala Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades, intervistato da Borse.it stamattina sull’andamento dell’euro/dollaro. “A questo punto penso che sia lecito attendersi una lateralizzazione fra 1,18 e 1,21 o ancora, vista la rottura della trendline rialzista dal punto di vista tecnico si è aperto spazio per una correzione fin verso 1,16″, continua De Casa, secondo il quale la situazione che si è venuta a creare post voto in Catalogna certamente non aiuta, anche se il driver centrale resterà la politica monetaria della Banca Centrale europea (Bce) e di Mario Draghi. Si attende, infatti, la riunione della Bce del 26 ottobre per avere dettagli e indicazioni sulle future azioni dell’istituto di Francoforte. Sul mercato valutario, rimane sotto i riflettori anche l’esito di settimana scorsa delle elezioni politiche in Germania, con Angela Merkel che si è assicurata il quarto mandato (pur perdendo consensi). “Anche il voto tedesco indebolisce l’euro – segnala Carlo Alberto De Casa -, va però detto che un eventuale governo più falco, senza Schultz, potrebbe spingere la Bundesbank verso toni ancora più da falco, in altre parole un tapering più veloce e questo potrebbe spingere al rialzo l’euro. Nel complesso, però, il voto tedesco ci lascia una Germania ed un’Europa leggermente più debole”.

Borse europee iniziano ottobre in rialzo
Discorso diverso per le altre Borse del Vecchio continente che sembrano digerire senza particolari apprensioni le notizie in arrivo dalla Spagna. A Francoforte l’indice Dax sale dello 0,34%, mentre il Cac di Parigi e il Ftse 100 di Londra mostrano rispettivamente un +0,04% e un +0,42 per cento. Volatilità a Piazza Affari, con il Ftse Mib che, dopo un avvio positivo, è scivolato poco sotto la parità e ora si muove a 22.690,77 punti. In testa al listino milanese Ubi Banca che sale di quasi il 2,7% e Bper (+0,9%) dopo il report di Société Générale che ha avviato la copertura con rating buy e con target price a 6 euro. Bene anche Stm (+1,59%) ed Exor (+1,03%).

Tra i titoli da monitorare a Piazza Affari anche Telecom Italia che lascia sul terreno lo 0,76%: in una nota diffusa venerdì scorso, in merito alla pronuncia da parte del comitato sul Golden Power, Tim ha ribadito che “a proprio avviso, non sussisteva alcun obbligo di notifica, non avendo mai adottato alcuna delibera, atto o operazione che avesse per effetto una modifica della titolarità, del controllo o della disponibilità della rete di comunicazioni elettroniche oggetto delle norme di legge in materia di golden power, rete che è quindi rimasta sempre nella piena titolarità, controllo e disponibilità di Tim”. “Da questo punto di vista – ha proseguito la società che ha nominato Amos Genish nuovo a.d. – alcun rilievo assume l’asserita acquisizione del controllo di TIM da parte di Vivendi, con riguardo alla quale, ferme restando le autonome valutazioni circa la sussistenza dello stesso, è utile ricordare che nessun onere di notifica è previsto in caso di trasferimento del controllo verso un soggetto comunitario”.