Notizie Notizie Italia Mediaset in fondo al listino, sconta ancora taglio target price. Fari su cda Telecom su dossier Persidera

Mediaset in fondo al listino, sconta ancora taglio target price. Fari su cda Telecom su dossier Persidera

7 Luglio 2017 10:07

In una sessione che parte subito con il piede sbagliato – il Ftse Mib accelera le perdite e scivola sotto la soglia dei 21.000 punti, si mette in evidenza il titolo Mediaset, che si conferma maglia nera del listino con un ribasso superiore a -2%, a quota 3,254 punti. Da segnalare che nell’ultimo mese l’azione ha perso più del 6%, scivolando di quasi -22% negli ultimi 6 mesi. La performance a 1 anno è positivo, con un rialzo +8,3% circa. 

Osservata speciale della sessione odierna è anche Telecom, il cui destino è legato a quello di Mediaset per la forte presenza di Vivendi nel capitale: in Telecom la società capitanata dal finanziere bretone è azionista di controllo con una quota del 23,9%, mentre in Mediaset – con cui è in corso una battaglia legale – la partecipazione è del 28,8%. Proprio a una tale concentrazione di potere nel settore italiano delle tlc-media dovrà ovviare il cda straordinario di Telecom Italia, che si riunisce nella giornata di oggi. 

La riunione valuterà la costituzione di un trust per Persidera dopo che l’Unione europea, a fine maggio, ha approvato l’impegno di Vivendi a trasferire la partecipazione nella società di mux (i canali per il digitale terrestre) a un trust, che dovrebbe occuparsi della cessione.

Bolloré si è impegnato a risolvere la faccenda dopo che le autorità Antitrust hanno individuato il punto critico della sovrapposizione nel mercato dei mux Telecom e Mediaset, dunque l’eccessiva concentrazione di Vivendi nel settore italiano delle frequenze digitali televisivi. Il titolo Telecom cede -0,44%, a quota 0,801 euro. Le quotazioni hanno meso -3% circa nell’ultimo mese e -5,54% negli ultimi sei mesi, balzando in un anno di quasi +23%.

Tornando a Mediaset, il trend ribassista si è accentuato già alla vigilia, con la nota con cui gli analisti di JP Morgan Cazenove  hanno rivisto al ribasso il target price sul titolo da 4,4 a 3,6 euro, ribadendo il rating “neutral”. La banca ha colpito anche la controllata spagnola Mediaset Espana: in questo caso brusco è stato il taglio del rating, da “overweight” a “underweight”, mentre il target price è stato fortemente ridotto da 14 a 9,40 euro. 

Sulle prospettive del titolo Mediaset continua a pesare il caso Vivendi. Gli esperti di JP Morgan lo dicono chiaramente, affermando che “più che i risultati operativi, il driver chiave a breve termine sarà la controversia con Vivendi, che ci frena dall’avere una view più positiva sul titolo Mediaset”. Tra l’altro “la visibilità è bassa e l’incertezza è alta”.

Le previsioni del colosso Usa sull’utile per azione per Mediaset, relative al periodo 2017-2018 sono cambiate, seppure in modo lieve, anche per l’outlook di minori ricavi pubblicitari: +2% nel 2017, rispetto al +2,5% atteso in precedenza.

Ancora, JP Morgan ritiene che nell’anno in corso, Mediaset riporterà ricavi consolidati per un valore di 3,75 miliardi di euro. Nel 2018-2019 è prevista invece una flessione, rispettivamente a 3,5 miliardi e a 3,3 miliardi.

L’outlook sulla redditività è, invece, favorevole: JP Morgan stima infatti un ritorno all’utile nel 2017 a 209 milioni; nel 2018 e nel 2019 l’utile è atteso rispettivamente a 411 milioni e a 386 milioni. E lo stesso AD Pier Silvio Berlusconi  promette che Mediaset tornerà all’utile. Sui dividendi invece frena, affermando che “è ancora troppo presto”.

D’altronde, la vicenda di Vivendi ha pesato non poco. Berlusconi parla di un “danno terribile” subito a causa della società francese controllata dal finanziere bretone Vincent Bolloré, con cui è in corso una battaglia legale. “Le perdite provocate da Vivendi sono state sui 350 milioni di euro. E’ stato terribile”.

Cautela da Pier Silvio Berlusconi sulla possibilità di accordo con Telecom, in particolare con Tim, sui diritti televisivi del calcio: l’AD di Mediaset ha sottolineato che “il comportamento di Vivendi ha messo in difficoltà e in imbarazzo anche Telecom. Non escludo accordi, ma oggi tutto è più difficile”. D’altronde, c’è grande attenzione da parte delle Autorità”.