Notizie Notizie Mondo JP Morgan: il 2018 sarà l’anno del cash, performerà meglio dei bond sovrani globali (GRAFICO)

JP Morgan: il 2018 sarà l’anno del cash, performerà meglio dei bond sovrani globali (GRAFICO)

30 Novembre 2017 13:40

In tutto il mondo, nel 2018, i contanti sono destinati a performare meglio dei bond governativi di Stati Uniti, Europa e Giappone, riportando il ritorno migliore dal 2012. E’ quanto risulta da un report di JP Morgan, indicato da Bloomberg. Merito del processo di normalizzazione dei tassi di interesse, che vedrà protagoniste sia la Federal Reserve che la Bank of England, e che si tradurrà in un aumento dei tassi sul cash e sui depositi.

Attenzione invece al basket globale dei debiti sovrani, che potrebbe perdere l’anno prossimo il 3%, riportando allo stesso tempo soltanto il suo quarto anno di flessioni in più di 30 anni. 

Gli strategist di JP Morgan guidati da John Normand hanno scritto in una nota recente che il prossimo anno sarà il primo, “dal 2013, in cui i contanti faranno meglio dei bond, e i bond genereranno ritorni negativi”.

Il ritorno del cash sarà, secondo gli analisti del colosso bancario Usa, “ancora miserabile”, pari ad appena lo 0,5%, “ma in miglioramento rispetto alle perdite -0,2% nel 2016 e del -0,3% del 2017”.

Occhio tra l’altro alle indicazioni che sono arrivate nelle ultime ore sul mercato dei debiti sovrani, con gli strategist di JP Morgan Chase, Citigroup e Deutsche Bank, che si sono detti ribassisti sul trend dei bond francesi.

In una nota ai clienti riportata da Bloomberg, in particolare, gli analisti di Citigroup Harvinder Sian e Aman Bansai hanno definito la Francia “lo short preferito”, e hanno consigliato di vendere i bond con scadenza a 30 anni contro quelli tedeschi, avendo come target uno spread di 60 punti base.

Gli analisti hanno motivato il pessimismo sui titoli di stato di Parigi facendo notare che la Francia si appresta a riportare le oscillazioni più forti nella sua offerta netta di bond a 10 anni, sia per l’offerta lorda più alta che per i reinvestimenti della Bce, che saranno minori rispetto a quelli che interesseranno gli altri paesi” europei.