Notizie Notizie Mondo Giappone: Le Abenomics rilanciano il made in Japan

Giappone: Le Abenomics rilanciano il made in Japan

5 Febbraio 2018 09:54

 
 
Le Abenomics, ovvero il programma di riforme del governo giapponese basato sui tre pilastri dell’allentamento monetario, dello stimolo fiscale e delle riforme strutturali, hanno gettato le basi per i miglioramenti economici del Sol levante. Secondo Christophe Braun, Investment Specialist di Capital Group, si tratta di una chiara dimostrazione che una stretta collaborazione tra governo, amministrazione, BoJ e organizzazioni sindacali rappresenta un passo nella giusta direzione.
Un esempio. Nel 2014 il governo ha fissato l’obiettivo di 20 milioni di turisti in ingresso entro il 2020. L’obiettivo è stato centrato nel 2016 e da allora il flusso è raddoppiato a 40 milioni e l’impennata degli arrivi di turisti e dei loro acquisti è stata una manna anche per i consumi.
“Gli altri segnali di progresso includono la corporate governance e le riforme del mercato del lavoro, che dovrebbero avere ripercussioni positive sulla gestione aziendale e sull’allocazione del capitale, incrementando nella migliore delle ipotesi gli investimenti di capitale nell’economia”, commenta Braun.
 
Rilancio del made in Japan
 
La rielezione del Primo Ministro Shinzo Abe lo scorso ottobre è certamente una conferma del ritorno in auge delle imprese “made in Japan”. Come spiega Braun, dopo gli eccezionali risultati del 2017, il mercato azionario giapponese resta conveniente da diversi punti di vista: il rapporto P/BV (price to book value, cioè il rapporto tra la capitalizzazione di mercato e il patrimonio netto) è vicino ai livelli raggiunti dopo la crisi finanziaria globale e i terremoti del 2011 nel Giappone orientale, mentre il P/E (price earning, ovvero il rapporto tra il prezzo corrente dei titoli di una società e gli utili per azione della stessa) risulta ridotto rispetto agli altri principali mercati.
Al tempo stesso, il rendimento degli utili del mercato azionario è cresciuto rispetto al rendimento dei titoli di Stato giapponesi a dieci anni. Un altro aspetto positivo è che la crescita degli utili proviene sempre più da aziende orientate al mercato domestico, cosa che dovrebbe ridurre in futuro la dipendenza dell’indice Tokyo Stock Price (TOPIX) dalle oscillazioni del cambio yen-dollaro.

Stando alle nostre analisi, se lo yen restasse intorno agli attuali livelli, gli utili potrebbero essere rivisti al rialzo e dal fronte aziendale potrebbero giungere sorprese positive”, dice lo strategist.
 
I nuovi filoni dell’industria nipponica
 
Le misure introdotte dall’amministrazione di Abe hanno contribuito infatti a incrementare la produttività in diversi settori e stimolare l’innovazione in aree come l’intelligenza artificiale, l’automazione industriale e la ricerca medica. Proprio come gli smartphone, i personal computer e molte altre apparecchiature industriali ed elettroniche di uso domestico, le autovetture autonome stanno entrando a far parte dell’ecosistema dei dispositivi connessi, meglio noto come l’Internet delle cose. “Di conseguenza – dice Braun – il nostro team è alla ricerca di società che dovrebbero crescere sulla scia della ciclicità della domanda”.
La nostra strategia dedicata all’azionario giapponese – aggiunge lo strategist – si concentra sulle società con tecnologie avanzate nell’ambito dei sensori e della sicurezza dei dati, aziende pronte a beneficiare della crescita delle fabbriche intelligenti, dei sistemi di sicurezza avanzati per veicoli e dell’IoT (Internet of Things)”.

Al contempo, le banche nipponiche dovrebbero trarre vantaggio dall’uscita del Giappone dalla deflazione. “Nel breve termine i tassi di interesse resteranno probabilmente bassi, perciò stiamo diversificando gli investimenti nei servizi finanziari, come titoli e servizi di leasing, e rivalutando l’attrattiva di alcuni titoli bancari”, spiega Braun.

Infine, tra le small e mid-cap, diverse aziende detengono ampie quote di mercato globali in settori di nicchia.Alcune società, con prodotti ad alto valore aggiunto, vantano anche il potenziale per una crescita sostenibile in un contesto di aumento della domanda”, conclude Braun.