Notizie Notizie Italia Debito pubblico Italia da record nel 2023

Debito pubblico Italia da record nel 2023

15 Febbraio 2024 16:03

Il debito pubblico italiano a fine 2023 si è attestato a 2.862,8 miliardi, leggermente al di sotto del record di 2.867,7 miliardi toccato a ottobre. Lo ha reso noto Banca d’Italia, nell’aggiornamento periodico sulle stime del debito e del fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche. Oltre il 13% è in mano ad investitori retail (dato aggiornato a novembre), una quota che secondo gli esperti potrebbe anche aumentare nel 2024, in un contesto di tassi ancora elevati.

Debito pubblico a 2.862,8 miliardi a fine dicembre 2023

Al 31 dicembre 2023, il debito delle Amministrazioni pubbliche era pari a 2.862,8 miliardi, rispetto a 2.757,5 miliardi di fine 2022 (141,7 per cento del PIL), con una crescita di 105 miliardi in 12 mesi.

debito amministrazioni pubbliche dicembre 2023
Fonte: Banca d’Italia

L’aumento del debito rispetto all’anno precedente ha riflesso il fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (89,2 miliardi), l’effetto complessivo degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione del cambio (9,6 miliardi) e l’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro (6,5 miliardi, a 49,9 mld).

Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è cresciuto di 109,2 miliardi, a 2.778,5, mentre quello delle Amministrazioni locali si è ridotto di 3,9 miliardi, a 84,2; il debito degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile.

Lo scorso dicembre la vita media residua del debito è risultata in linea con i livelli della fine del 2022 (7,8 anni).

Le proiezioni sul debito per il 2024

Il dato odierno è in linea con le stime della Mazziero Research. La società di ricerca finanziaria indipendente aveva infatti previsto un debito pubblico compreso tra 2.848 e 2.864 miliardi a fine 2023.

Le proiezioni di Mazziero Research per il prosieguo del 2024 vedono un debito abbastanza stabile nel mese di gennaio, per poi tornare a crescere sensibilmente nei mesi successivi. A giugno 2024 le stime indicano una forchetta tra 2.915 e 2.966 miliardi.

Stime Mazziero debito pubblico Italia

Per contro, la crescita attesa del Pil per l’anno in corso è piuttosto debole. “Pur escludendo una recessione dell’Italia nel 2024, stimiamo lievi progressi nei singoli trimestri che porterebbero a una crescita modesta dello 0,5% per l’intero anno.”

Associazione Consumatori: “Debito di €48 mila a italiano, €108 mila a famiglia”

“Nel 2023 si è toccato il tetto del debito. Un bel guaio per il nostro Paese considerati il livello dei tassi di interesse e la nuova politica monetaria della Bce“, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

“Se fosse un debito a italiano si tratterebbe di un indebitamento da infarto, pari a 48 mila e 524 euro, contro i 46 mila e 714 euro del 2022. Anche in questo caso si tratta del peggior dato di sempre. Se fosse un debito a famiglia sarebbe pari a 108 mila e 438 euro” conclude Dona.

Gli investitori retail detengono oltre il 13% del debito pubblico

Per quanto riguarda la ripartizione del debito pubblico tra categorie di investitori, nel corso del 2023 la quota del debito detenuto dalla Banca d’Italia è diminuita, collocandosi al 24,3% alla fine dell’anno (dal 26,1% di fine 2022).

Non sono disponibili i dati di dicembre relativi agli altri detentori del debito pubblico. A fine novembre, Bankitalia ne possedeva il 24,2%, altri IFM residenti (banche nazionali) il 22,8%, altre istituzioni finanziarie residenti (principalmente assicurazioni e fondi pensione) l’11,9%, gli altri residenti (privati e aziende) detenevano il 13,4% del debito pubblico e i non residenti il 27,5%. In quest’ultima voce ricadono anche i titoli detenuti da investitori italiani attraverso fondi di investimento o altri strumenti finanziari di natura estera.

detentori debito pubblico Italia novembre 2023
Fonte: Banca d’Italia

Aumenta la quota di titoli di Stato in mano agli italiani

Negli ultimi due anni la quota di Bot e Btp detenuta dalle famiglie è più che raddoppiata e nel corso del 2023 si è assistito a una vistosa accelerazione: a dicembre 2021, con il debito che aveva toccato i 2.572 miliardi, il mercato retail aveva il 6,4% delle obbligazioni emesse dal Tesoro in circolazione, vale a dire 685 miliardi su 2.234 miliardi complessivi di titoli. A fine 2022, con il debito che aveva toccato i 2.757 miliardi, un primo scatto: la percentuale di titoli statali in mano alle famiglie era salita all’8,7%. A novembre 2023, come spiegato sopra, era pari al 13,4%.

Secondo la Fabi (Federazione autonoma bancari italiani), la tendenza proseguirà verosimilmente per tutto il 2024. È infatti probabile che conti correnti e depositi continuino a ricevere una remunerazione a un tasso inferiore al costo del denaro stabilito dalla Bce, ragion per cui i titoli di Stato continueranno a svolgere una funzione di salvaguardia del potere d’acquisto: una risposta efficace alla morsa dell’inflazione.