Notizie Indici e quotazioni Coronavirus scatena febbre bond Usa. In worst case scenario tonfo tassi fino a -30%

Coronavirus scatena febbre bond Usa. In worst case scenario tonfo tassi fino a -30%

3 Febbraio 2020 11:22

L’avversione al rischio scatenata dalla psicosi del coronavirus premia gli asset cosiddetti rifugio. Tra questi, i Treasuries Usa, con quelli decennali che, dall’inizio dell’anno, hanno visto capitolare i rendimenti del 22%, fino a scendere venerdì scorso, in concomitanza con il brusco sell off che si è abbattuto sull’azionario Usa, all’1,50% (si ricordi la relazione inversamente proporzionale tra bond e rendimenti).

Gli acquisti sui titoli di stato americani hanno fatto capitolare anche i tassi a due anni, che sono scesi all’1,329%, al minimo dal settembre del 2017. Su base settimanale, il bilancio è stato di una flessione di ben 15,5 punti base la scorsa settimana: -23 punti base nel mese di gennaio. 

I buy hanno interessato anche i Treasuries di più lunga scadenza, quelli a 30 anni, con i rendimenti che sono scesi al valore più basso in più di quattro mesi, al 2,012%, dopo un ribasso di 11,6 punti base nel corso della settimana e di un tonfo di 36,6 punti base a gennaio.

Tornando ai decennali, che sono i titoli di stato Usa benchmark, il calo all’1,521% ha portato i tassi al minimo dal 4 ottobre scorso, dopo un ribasso di 15,9 punti base durante la settimana, il più forte dall’inizio di ottobre. La flessione nel mese di gennaio è stata pari a -38,8 punti base.

Il trend dei Treasuries ha rialimentato i timori di una recessione, visto che lo spread tra i tassi decennali e quelli a tre mesi è diventato negativo, lo scorso venerdì, di 2 punti base. In quel tratto, praticamente, la curva si è invertita, rinfocolando i timori di una forte crisi economica.

Nel commentare la performance dei Treasuries Usa Michael Schumacher, responsabile della divisione di strategia globale sui tassi di Wells Fargo Securities, si è mostrato particolarmente ottimista sui Treasuries. A suo avviso, infatti, la febbre dei bond si intensificherà, di pari passo con la psicosi del coronavirus.

La conseguenza è che i tassi decennali Usa, che dall’inizio dell’anno hanno perso già il 22%, potrebbero scendere nel worst case scenario fino all’1,44-1,45%, a fronte di un altro calo degli indici azionari Usa di 2 punti percentuali.

Secondo Schumacher, infatti, ogni variazione di 1 punto percentuale dell’indice S&P 500 darà il via a una variazione fino a quattro punti base per i rendimenti decennali Usa. Nel caso peggiore, i tassi potrebbero capitolare, a suo avviso, di un altro -30%.

La nostra “preoccupazione più grande è che gli investitori diventino sempre più nervosi – ha detto l’esperto, intervenuto nella trasmissione Trading Nation della Cnbc – Diremmo che probabilmente le ultime variazioni di 25-30 punti nei tassi decennali Usa sono state provocate in gran parte dal virus”.

Schumacher ha fatto notare che il diffondersi del coronavirus, unito al contesto di tassi di interesse negativi nel mondo, sta rendendo i Treasuries Usa particolarmente attraenti, nonostante i tassi viaggino a livelli storicamente bassi. Certo, riuscire a prevedere quale sarà il reale effetto del coronavirus sull’economia globale non è semplice. 

Goldman Sachs prevede che il virus sottrarrà all’outlook di crescita del Pil cinese stilato per il 2020 4/10 di un punto base (le previsioni per il 2020 sono state riviste al ribasso dal 5,9% al 5,5%.

Phil Camporeale, strategist di allocazione di asset presso JPMorgan Asset Management ha fatto notare che “il 70% della Cina rimarrà praticamente chiuso fino al prossimo 10 febbraio. Di conseguenza, nel breve termine, gli impatti si sentiranno soprattutto nel mondo dei mercati emergenti...ed è per questo che stiamo consigliando ai nostri clienti di ritirarsi un po’ (dall’azionario)… perchè siamo in modalità wait and see”.