Con Harvey futures benzina a record dal 2015. Strategie trading: l’ETF con cui sfruttare il rally
Ennesima fiammata per i prezzi della benzina in Usa, che schizzano al nuovo record in due anni, a fronte della flessione delle quotazioni di petrolio. Market mover è la tempesta tropicale Harvey, che continua a seminare morte e distruzione. Il balzo si spiega con la chiusura di un quinto circa delle raffinerie Usa e con le previsioni di un ulteriore rafforzamento della tempesta tropicale, che dovrebbe approdare oggi nell’area di Port Arthur, Texas, in cui Motiva Enterprises gestisce la più grande raffineria negli Usa, in procinto di chiudere anch’essa.
Giù invece le quotazioni del petrolio, che si apprestano a chiudere il mese di agosto con un calo -7,4%, complici i continui timori di un aumento della produzione a livello globale che possa più che compensare i tagli concordati dai paesi membri dell’Opec.
La flessione delle quotazioni del petrolio – che, a $46 circa a New York e a $51 circa a Londra, ha fatto balzare lo spread tra WTI e Brent al massimo in due anni, a $5 al barile – si spiega con la minore domanda della commodities. La chiusura degli impianti ha infatti ridotto la domanda di crude di circa 2,35 milioni di barili al giorno.
In generale, le alluvioni hanno provocato la chiusura completa o parziale di 13 raffinerie, azzerando in poche ore più del 10% della capacità Usa di raffinazione, ovvero due milioni di barili al giorno circa.
Un articolo pubblicato sul sito del Nasdaq afferma che, in una situazione del genere, gli investitori potrebbero decidere di scommettere sul balzo dei prezzi della benzina focalizzandosi sull’ETF United States Gasoline Fund UGA, che permette agli investitori di fare puntate dirette sul prezzo del contratto RBOB.
Il fondo ha “sovraperformato facilmente gli altri ETF basati sul petrolio, guadagnando il 6% circa negli ultimi cinque giorni, rispetto al guadagno +0,4% per lo United States Brent Oil Fund BNO e la perdita dell’1,8% dello United States Oil Fund USO”.
Intanto è alert per l’impianto chimico di Crosby, in Texas, di proprietà del gigante industriale francese Arkema, che è stato costretto a evacuare i dipendenti per il rischio di esplosione dopo che Harvey ha messo KO l’energia elettrica e le forti piogge hanno allagato i suoi generatori di backup.
Arkema ha chiaramente avvertito che esiste “un pericolo reale” di esplosione e ha aggiunto di star lavorando con il dipartimento di Sicurezza nazionale e con lo stato del Texas per creare un posto di comando in una zona più sicura, vicina al sito.
Al suo quinto giorno di inondazioni, la furia di Harvey non sembra dar cenno di placarsi.
In più, Harvey sta minacciando anche lo stato della Louisiana, inclusa New Orleans, che è stata devastata da Katrina nel 2005, uccidendo almeno 1.800 persone e provocando danni per $160 miliardi.