Notizie Notizie Italia Bce, tassi fermi. Lagarde su inflazione: più fiduciosi, ma abbiamo bisogno di più dati

Bce, tassi fermi. Lagarde su inflazione: più fiduciosi, ma abbiamo bisogno di più dati

7 Marzo 2024 14:23

Ancora una volta (ed è la quarta riunione consecutiva) la Banca centrale europea (Bce) non tocca i tassi. Confermando le attese del mercato che si attendeva tassi fermi. Tra i temi caldi c’è sempre quello dell’inflazione (da servizi) e dei salari, ma anche le nuove proiezioni macroeconomiche con focus sui prezzi. Vediamo ora quali sono i punti principali del comunicato ufficiale della Bce diffuso al termine del consiglio direttivo di oggi.

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Tassi fermi, nessuna sorpresa

Nessuna sorpresa dell’ultima ora: il consiglio direttivo ha mantenuto invariati i tre tassi di interesse di riferimento. In particolare, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi rimarranno invariati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%. Rispettando le attese dei mercati che si attendono ora un primo taglio dei tassi a giugno.

E nel confermare i tassi da Francoforte ribadiscono:

“Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine. In base alla sua attuale valutazione, ritiene che i tassi di interesse di riferimento della Bce si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le decisioni future assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”.

E’ stato poi ribadito il mantra che il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, spiegano da Francoforte, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.

Inflazione e Pil, ecco le nuove stime

Arrivano le nuove stime economiche da parte della Bce, con l’inflazione rivista al ribasso.  Nel comunicato ufficiale l’Eurotower scrive:

“Dalla sua ultima riunione di gennaio l’inflazione è diminuita ulteriormente. Nelle ultime proiezioni degli esperti della Bce l’inflazione è stata rivista al ribasso, in particolare per il 2024, principalmente per effetto del minore contributo dei prezzi dell’energia. Gli esperti indicano ora che si collocherebbe in media al 2,3% nel 2024, al 2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Anche l’inflazione al netto dell’energia e degli alimentari è stata corretta al ribasso, a una media del 2,6% nel 2024, del 2,1% nel 2025 e del 2,0% nel 2026. Nonostante l’ulteriore allentamento di gran parte delle misure dell’inflazione di fondo, le pressioni interne sui prezzi restano elevate anche a causa della forte crescita salariale. Le condizioni di finanziamento sono restrittive e i precedenti incrementi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell’inflazione.

Gli esperti della Bce  hanno poi rivisto al ribasso la proiezione della crescita per il 2024 allo 0,6%; l’attività economica dovrebbe rimanere moderata nel breve periodo, per poi crescere dell’1,5% nel 2025 e dell’1,6% nel 2026, sostenuta inizialmente dai consumi e in seguito anche dagli investimenti.

Tutto fermo su (PAA) e (PEPP)

La Bce ha fatto sapere che il portafoglio del PAA si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Il board intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PEPP (pandemic emergency purchase programme) nella prima parte del 2024. Nella seconda parte dell’anno intende ridurre il portafoglio del PEPP di 7,5 miliardi di euro al mese, in media, e terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024.

Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.

Palla a Lagarde

Come di consueto, spetta alla presidente della Bce, Christine Lagarde, illustrare e spiegare le decisioni di politica monetaria prese dal board. Ecco alcuni commenti di esperti ed economisti prima dell’avvio della conferenza.

“Oggi la parola passerà alla Bce con la Lagarde che, come Powell, molto probabilmente rimarrà cauta sulla tempistica dei tagli, legando ogni decisione ai prossimi dati macro ed in particolare all’evoluzione della dinamica salariale, che però sarà più chiara solo a fine maggio”, sottolineano gli strategist di Mps Capital Strategist in vista dell’avvio della conferenza di Lagarde.

Pertanto, un taglio prima di giugno a nostro avviso è poco probabile. “Se c’è un rischio è che la Presidente lasci intendere la possibilità che il taglio possa essere effettuato dopo giugno, il che porterebbe il mercato a rivedere ulteriormente le proprie attese visto che il taglio da 25 punti base al momento è prezzato quasi pienamente per giugno – segnalano gli esperti -. L’istituto rilascerà anche le nuove stime macro che saranno molto probabilmente riviste al ribasso. La revisione sull’inflazione dovrebbe rivelarsi contenuta, con l’attenzione puntata sulle stime relative al 2025 (2,1% e 2,3% a dicembre per l’indice generale e il core).

Il focus è incentrato sulla comunicazione“, ribadisce Carsten Brzeski, global head of macro di ING. “I tassi ufficiali sono stati mantenuti invariati e il tono generale della dichiarazione non si è spostato verso un atteggiamento più accomodante”, afferma l’economista che chiude il suo commento così: “Solo una Bce molto più preoccupata per le prospettive di crescita potrebbe innescare un taglio dei tassi già a fine aprile”.

Lagarde su inflazione: siamo fiduciosi, ma abbiamo bisogno di più dati

Il tema inflazione è stato al centro di diverse domande nel corso della conferenza stampa. I progressi verso l’obiettivo di inflazione sono stati positivi, la Bce è “più fiduciosa”, ma “non sufficientemente fiduciosa”.  Lo ha detto Christine Lagarde  rimarcando: “Siamo fiduciosi ma abbiamo bisogno di più dati per poter dire che la guerra sia stata vinta. Avremo molte più informazioni ad aprile e molte di più a giugno“. Lagarde ha inoltre sottolineato che c’è stato un “ampio consenso” sul fatto che a giugno avranno molti più dati.
Sul fronte dati, Lagarde ha sottolineato che bisognerà fare attenzione anche all’evoluzione dei salari. E su questo punto ha dichiarato: “Dobbiamo avere sotto mano i numeri più aggiornati possibili, dati che possano ad aiutarci a capire quali siamo le prospettive”.

Taglio tassi? “Non abbiamo discusso di un taglio dei tassi in questo meeting, abbiamo appena iniziato a parlare del ritiro della stretta monetaria“, ha aggiunto Lagarde che alla domanda se le decisioni Fed impatteranno sulle mosse della Bce, ha detto:

“La Bce è indipendente sia in termini di mandato e missione, non seguiamo le altre banche centrali. Certamente monitoriamo il contesto internazionale, ma prenderemo le nostre decisioni in maniera indipendente.