Notizie Notizie Italia Astaldi: il piano di rafforzamento patrimoniale è a rischio, titolo continua a scendere

Astaldi: il piano di rafforzamento patrimoniale è a rischio, titolo continua a scendere

14 Settembre 2018 11:18

Il rafforzamento patrimoniale di Astaldi potrebbe essere a rischio. Uno dei presupposti fondanti del piano, l’amento di capitale da 300 milioni di euro, potrebbe venire a mancare. L’indiscrezione, riportata dall’edizione odierna de “Il Sole 24 Ore”, sta facendo sprofondare il titolo contractor italiano che, il day-after la prima seduta positiva dopo diciassette al ribasso consecutive, sul listino milanese segna un rosso di oltre sei percentuali (-6,09% a 1,125 euro).

Nelle ultime cinque giornate, AST ha segnato un -10,6% che porta il saldo a tre mesi al -45,25% e quello a un anno al -79,8%.

Secondo quanto riportato dal quotidiano di Confindustria, JP Morgan, Sole Global Coordinator dell’aumento di capitale, potrebbe uscire dalla partita a causa di condizioni risolutive che dovrebbero materializzarsi entro la fine del mese.

In particolare, l’accordo pone la condizione che “la Società abbia raggiunto talune milestone nel programma di cessione di asset nel settore delle concessioni, secondo termini che siano ritenuti soddisfacenti al fine dell’implementazione del piano di rafforzamento patrimoniale e di rifinanziamento”.

All’atto pratico, il riferimento è alla valorizzazione del terzo Ponte sul Bosforo. Nonostante l’interessamento di un consorzio guidato da China Merchant, un contesto caratterizzato da grande incertezza in Turchia sta raffreddando l’interesse a chiudere l’affare in tempi brevi.

Ieri il quotidiano “Il Messaggero”  ha riportato il rumor secondo cui è dalla scorsa settimana che i consulenti del gruppo avrebbero messo in cantiere un incontro che però, tra un rinvio e l’altro, non è stato ancora convocato.

Per le banche creditrici l’uscita dall’impasse si avrebbe tramite la blindatura del piano con l’art. 67 della legge fallimentare o, in alternativa, gli istituti potrebbero ricorrere al 182 bis, ad accordi di ristrutturazione dei debiti. Intanto, nell’ultima settimana S&P’s, Moody’s e Fitch hanno ridotto il merito di credito portandolo rispettivamente a “CCC-“, “Caa2” e a “CCC-“.