Notizie Notizie Italia La ricetta di Grillo su Tim: divisione in due società separate. Per rete unica punta su Cdp

La ricetta di Grillo su Tim: divisione in due società separate. Per rete unica punta su Cdp

12 Agosto 2020 17:14

Nel bel mezzo dell’estate Beppe Grillo torna alla carica sul tema della rete unica, indicando la sua ‘ricetta’. E lo fa pubblicando un video dal titolo “Dite al treno che io passo una volta sola” nel quale si sofferma sul futuro della rete unica e in particolare su quello di Tim, a cui chiede una inversione di tendenza rispetto al passato. Per questo propone al gruppo guidato da Luigi Gubitosi una divisione in due realtà distinte: la parte servizi da un lato e quella delle infrastrutture dall’altra. Con un altro auspicio: la nascita di una “società unica delle infrastrutture e delle tecnologie” che “dovrebbe avere come primo azionista un soggetto in grado di garantire l’indipendenza del network dai suoi utilizzatori, oltre che un orizzonte di investimento di lunghissimo periodo”. 

Un lungo intervento che arriva a qualche settimana di distanza dalla mossa a sorpresa del Governo, tornato in pressing sulla rete unica. Telecom Italia ha così deciso di rinviare di un mese (a fine agosto) la decisione sull’offerta di Kkr su FiberCo. Il consiglio di amministrazione di Tim è stato riconvocato il prossimo 31 agosto per deliberare in modo conclusivo sul Progetto FiberCop, eventualmente aggiornato alla luce dell’esito delle nuove iniziative.

Telecom, spaccata in due: ecco la ricetta di Grillo

Grillo va dritto alla questione e sul suo blog scrive che per Tim “è ora arrivato il momento di invertire la rotta rispetto al passato, sviluppando una maggiore focalizzazione sulle attività tecnologiche, anche attraverso la separazione di tali attività dal resto del perimetro aziendale”. In particolare, sottolinea ancora, è fondamentale che TIM torni ad essere una realtà che investe pesantemente e in maniera integrata nelle tecnologie di comunicazione, sia attuali (come ad esempio la fibra ottica) che prospettiche (come ad esempio il 5G), anche congiuntamente con gli altri operatori del settore in chiave finalmente sistemica.

Per Grillo è inoltre “auspicabile che il progetto di creazione di una società unica delle reti e delle tecnologie venga realizzato sotto la guida e l’indirizzo di istituzioni pubbliche con un’ottica paziente, che siano in grado di garantire sicurezza, stabilità e sviluppo nel lungo periodo”.

Secondo Grillo, che era già intervenuto nei mesi scorsi sulla questione della rete unica, “per realizzare questo progetto ambizioso bisogna pensare di separare in due la società, mantenendo inalterato l’attuale organico. La prima società sarà focalizzata sulle attività commerciali e dei servizi verso clienti finali. La seconda società sarà proprietaria di tutte le infrastrutture che comprendono: le torri di INWIT, la rete mobile (incluso il 5G), i data center, il cloud, la rete internazionale di Sparkle, e la società sulla fibra derivante dall’integrazione della rete fissa di Telecom con quella di Open Fiber.

La società unica delle infrastrutture e delle tecnologie dovrebbe avere come primo azionista un soggetto in grado di garantire l’indipendenza del network dai suoi utilizzatori, oltre che un orizzonte di investimento di lunghissimo periodo – rimarca ancora Grillo -. Questo risultato si potrebbe ottenere replicando il modello di successo delle importanti realtà che gestiscono le infrastrutture energetiche del Paese, nelle quali Cassa Depositi e Prestiti (CDP) rappresenta il socio di riferimento in un contesto di azionariato diffuso”. Secondo il fondatore del Movimento 5 Stelle, “la presenza di un’istituzione come CDP sarebbe, infatti, sinonimo di stabilità nell’azionariato e garanzia di massicci investimenti per lo sviluppo dell’infrastruttura digitale del Paese”.

I vantaggi

Grillo si sofferma poi su quelli che definisce i “numerosi ed evidenti vantaggi” che la creazione di una società unica delle infrastrutture e delle tecnologie digitali garantirebbe. Tra questi cita, in particolare, l’accelerazione dell’installazione di reti e tecnologie fisse (fibra) e mobili (5G) sull’intero territorio nazionale a beneficio della collettività e delle imprese. Ma anche l’inversione del processo in atto da anni di destinazione di risorse sempre crescenti per rispettare i piani di rimborso del debito ed a favore di business poco profittevoli a discapito del sostegno ai piani di sviluppo dell’infrastruttura; e infine la possibilità per gli altri operatori di conferire le loro infrastrutture rafforzando ulteriormente il progetto di “rete unica”.