Notizie Notizie Italia Crollo ponte Morandi a Genova, Atlantia crolla in borsa -10%, Castellucci: ‘non mi risulta che fosse pericoloso’

Crollo ponte Morandi a Genova, Atlantia crolla in borsa -10%, Castellucci: ‘non mi risulta che fosse pericoloso’

14 Agosto 2018 16:00

Il crollo del ponte Morandi a Genova, nel tratto autostradale A10, chiama in causa Atlantia, la holding che controlla l’88,06% di Autostrade per l’Italia. Il titolo Atlantia crolla a Piazza Affari fino a -10%, viene sospeso due volte per eccesso di ribasso, mentre si cerca di capire quali siano state le ragioni che hanno provocato un cedimento così importante del ponte.

Così Giovanni Castellucci l’ad di Autostrade per l’Italia, titolare di quel tratto di concessione, interpellato dal Gr1:

“Non mi risulta che il ponte fosse pericoloso e che andasse chiuso. Autostrade per l’Italia ha fatto e continua a fare investimenti”. Ancora, Castellucci ha replicato al giornalista del radiogiornale: “Non mi risulta, ma se lei ha della documentazione me la mandi. In ogni caso non è così”.

Secondo quanto riporta una nota della trasmissione, Castellucci ha poi detto che si stava recando nel luogo della tragedia, non potendo aggiungere altro rispetto a quanto scritto nel comunicato.

Autostrade per l’Italia ha reso noto che erano in corso lavori di consolidamento della soletta del viadotto e che, come da progetto, era stato installato un carro-ponte per consentire lo svolgimento delle attività di manutenzione.

Nella nota si legge anche che i “lavori e lo stato del viadotto erano sottoposti a costante attività di osservazione e vigilanza da parte della Direzione di Tronco di Genova” e che le “cause del crollo saranno oggetto di approfondita analisi non appena sarà possibile accedere in sicurezza ai luoghi”.

Intervenuto a SkyTg24, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ha intanto sottolineato come sia necessario “sapere da qui a poco se ci sono altre situazioni che necessitano di interventi straordinari”, aggiungendo che “questa è la più grande opera da fare”.

Noi, ha detto facendo riferimento al suo insediamento al ministero dei Trasporti, “abbiamo dato l’input” per fare una “verifica sullo stato di tutti i viadotti. Che hanno come responsabili i concessionari, l’Anas, gli enti locali: tutti devono fare verifiche ordinarie e straordinarie”.

Riferendosi a quanto detto in precedenza dal leghista viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi, sulla necessità di procedere a nuove opere pubbliche, Toninelli ha confermato di essere “assolutamente d’accordo”, tenendo a precisare che “chi pensa che il M5s sia contro le grandi opere si sbaglia. Siamo contro le grandi opere inutili che si sono dimostrate mangiatoie di soldi pubblici. Faremo quello e faremo opere alternative a quelle troppe vecchie“.

Il Tg3 ha segnalato intanto che già nel 2011 l’ente di gestione delle autostrade aveva scritto in un rapporto che “l’intenso traffico stava provocando un intenso degrado sul ponte“.

Il bilancio della tragedia è al momento di una ventina di morti e di 13 feriti. Ma, con lo stesso capo della Protezione Civile Angelo Borrelli che parla di un processo di rimozione ancora in corso, si teme che il numero sia destinato a salire.

“Al momento – ha detto Borrelli – il numero delle vittime accertate è di 20 morti e 13 feriti, di questi 5 codice rosso, 4 giallo, il resto in valutazione. Temiamo che, ovviamente, il numero delle vittime e dei feriti sia destinato ad aumentare, perché sono in corso le operazioni di rimozione dei detriti della parte del ponte caduto per trovare ulteriori persone”, ha detto Borrelli.

Dal canto suo, il viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi, parlando anche lui ai microfoni di Sky Tg24, ha detto:

“Si parlava e si monitorava il ponte con attenzione: probabilmente bisognava intervenire prima in maniera drastica anche con alcuni progetti alternativi per dirottare il traffico autostradale, ad esempio con la gronda di Genova”. Ancora Rixi: “Non si può vivere di opere fatte negli anni ’50” e “sicuramente la gronda di Genova poteva avere cantieri aperti già negli anni ’80. Ora alcune opere vanno fatte e in tempi brevi, non si possono lasciare situazioni così perché nessuno è in grado di decidere”.