Notizie Notizie Italia Banche italiane in buona salute, ma restano “motivi di preoccupazione”

Banche italiane in buona salute, ma restano “motivi di preoccupazione”

21 Giugno 2018 15:37

Il tema dei crediti deteriorati (Npl) rimane sempre caldo. Ne ha parlato anche Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, che definisce “una svolta”, riferendosi alla posizione più morbida da parte della Supervisione bancaria della Banca centrale europea (Bce) proprio sul tema degli Npl. “Ho notato una svolta, la Nouy prima di tutto ammette che c’è stato in alcuni Paesi, l’Italia è il più evidente, un crollo dei crediti deteriorati e quindi prende atto di un dato di fatto, di un processo che è ancora in corso e non si è concluso”, ha dichiarato Patuelli a margine di un convegno all’Università Bicocca, secondo quanto riportato le principali agenzia di stampa. Proprio la linea più soft della Bce sul fronte crediti deteriorati, emersa nei giorni scorsi, ha sostenuto il comparto bancario a Piazza Affari. Oggi però il settore torna indebolirsi (fatta eccezione per Mediobanca che è in testa al Ftse Mib) di fronte alla nuova corsa dello spread. La peggiore è Unicredit che cede oltre il 2,66%, giù anche Banco Bpm (-1,13%), Bper (-2,1%), Ubi Banca (-2,03%) e Intesa Sanpaolo (-1,4%).

Banche italiane relativamente in buona salute, restano però motivi di preoccupazione
Unigestion si è soffermata sulle banche italiane defininendole “relativamente in buona salute”. Motivo? I loro coefficienti di solvibilità e liquidità aggregati sono ben al di sopra dei requisiti di Basilea III, gli NPL sono elevati ma in calo costante dal 2015 e non si sono verificate corse agli sportelli legate a timori di fallimenti bancari o di un’uscita dall’euro. Certo, lo scenario è in miglioramento ma, per Salman Baig, investment manager Cas Team, e Stephane Dutu, fundamental analyst equities di Unigestion, permangono motivi di preoccupazione, primo fra tutti il tema ricorrente della crisi del debito europeo. In particolare, le banche locali detengono un ampio stock di debito sovrano nazionale e sono quindi esposte al rischio nel caso di un forte aumento dei rendimenti governativi.

Anche la Banca d’Italia, nel suo recente rapporto sulla stabilità finanziaria, ha osservato che “le banche meno significative” detengono una quota maggiore delle loro attività nel debito pubblico nazionale rispetto al sistema bancario nel suo complesso. “Questo ci suggerisce che ci sono sacche di rischio nel sistema bancario italiano che vengono mascherate dall’aggregato – affermano gli esperti -. Anche se i rapporti di solvibilità e liquidità per le singole banche italiane possono sostenere un declassamento del debito sovrano e qualsiasi svalutazione del capitale, la conseguente pressione sui loro bilanci porterà probabilmente ad un inasprimento delle condizioni del credito, limitando la domanda in un momento critico”.

Effetti del governo giallo/verde sui mercati
Unigestion va però oltre la sola la valutazione del settore bancario e afferma che l’impatto della nuova coalizione sui titoli azionari e obbligazionari italiani sarà probabilmente negativo, o almeno incerto. “I rendimenti saranno in gran parte guidati dall’imprevedibilità delle forze politiche più che dai fondamentali, che in questa fase stanno migliorando, ma con il nuovo governo sembrano essere a rischio”, affermano gli esperti in una view dedicata all’Italia.