Notizie Indici e quotazioni Morgan Stanley bullish sul petrolio: Brent a $75 entro il terzo trimestre. Mercato in deficit

Morgan Stanley bullish sul petrolio: Brent a $75 entro il terzo trimestre. Mercato in deficit

21 Marzo 2019 14:01

Il Brent riporterà un rally che lo farà salire fino a quota $75 entro il terzo trimestre del 2019. Lo prevedono gli analisti di Morgan Stanley Martijn Rats e Amy Sergeant, che hanno stilato una nota sul trend dei prezzi del petrolio. Da segnalare che, al momento, le quotazioni del Brent viaggiano al di sopra della soglia di $68 al barile, mentre il contratto WTI scambiato a New York oscilla attorno a $60 al barile.

Il report bullish fa notare che sia i prezzi che i dati sulle scorte “indicano un miglioramento dei fondamentali”.

Il risultato è che “dopo un quarto trimestre caratterizzato da un eccesso di offerta, il mercato petrolifero è tornato in una condizione di equilibrio nel primo trimestre”. E’ vero che le scorte sono salite nel mese di gennaio, ma la crescita si è confermata “ben inferiore rispetto alle medie storiche” e i dati high-frequency mostrano un calo degli stock.

Altro fattore, “il recente rally è stato accompagnato da una situazione di backwardation più accentuata e i margini di raffinazione si sono mantenuti all’interno di range considerati normali, tutti segnali positivi”.

Gli esperti hanno scritto, anche, che “i commenti rilasciati dai paesi membri dell’Opec hanno messo in evidenza una maggiore determinazione (del cartello) a sostenere i prezzi del petrolio, rispetto a quanto avessimo anticipato. Inoltre, la produzione del Venezuela appare più fragile, con i recenti episodi di blackout che hanno avuto un impatto sulla produzione. Infine, i rischi che incombono sulla produzione dell’Iran sono tuttora rivolti verso il basso, a seguito dei commenti arrivati dai funzionari del dipartimento di Stato in occasione della settimana CERA”.

Per i due strategist, il peggio sarebbe alle spalle. “L’economia ha toccato il fondo: se la domanda di petrolio ha rallentato il passo verso la fine del 2018, rimanendo comunque in crescita, su base annua, di 0,95 milioni di barili al giorno nel quarto trimestre, il 2019 è iniziato in modo positivo, con l’Agenzia AIE che ha calcolato la crescita della domanda a un tasso di 1,5 milioni di barili al giorno, nel mese di gennaio”.

Gli analisti sono hanno fiducia insomma nella crescita dell’economia globale, ritenendo che la combinazione degli stimoli in Cina, di una Fed più dovish e della soluzione della guerra commerciale (Usa-Cina) riporterà il tasso di crescita del Pil globale al suo trend entro la fine dell’anno”.

Alla base del rally del Brent fino a $75 al barile, c’è d’altronde la previsione di un deficit nel mercato petrolifero.

“In base alle nostre stime, il mercato petrolifero sarà in deficit di 500.000 barili nel secondo trimestre, e di 800.000 barili al giorno entro il terzo trimestre. Ciò porterebbe le scorte dei paesi Ocse a un livello inferiore del 6-7% rispetto alla media mobile degli ultimi tre anni. Se è vero che la storia insegna, tale fattore sosterrà una curva forward ancora più in condizione di backwardation. Crediamo che lo spread tra i contratti Brent a uno e 12 mesi salirà fino a $4,5 rispetto agli $1,8 barili attuali. In queste condizioni, il contratto a un mese a salire a $75 al barile entro la fine del terzo trimestre”. 

A conferma della scarsità dell’offerta, oggi la stessa società di consulenza con sede a Vienna JBC Energy ha comunicato che, dalla metà di gennaio, le scorte sono scese di 40 milioni di barili.

Oggi i prezzi del petrolio sono in ribasso, ma si mantengono vicini al record dell’anno, testati all’inizio della sessione. In particolare, i prezzi del Brent sono saliti fino a $68,69 al barile, al record dal 13 novembre scorso. Il contratto WTI ha toccato il valore più alto dallo scorso 12 novembre, a $60,33 al barile.