Notizie Notizie Mondo Bitcoin, Il potenziale della “moneta intelligente” va oltre le sue quotazioni stellari

Bitcoin, Il potenziale della “moneta intelligente” va oltre le sue quotazioni stellari

3 Ottobre 2017 15:55

 

 

Oltre ai rendimenti stellari degli ultimi mesi, la criptovaluta ha attirato su di sé l’attenzione quando l’amministratore delegato di JP Morgan, Jamie Dimon, l’ha definita, “una truffa che finirà per andare all’aria”. In un report Eric Lonergan, gestore del team Multi-Asset di M&G Investments, sostiene che l’importanza del bitcoin non risiede nel prezzo corrente e neanche nella tecnologia blockchain su cui poggia, quanto piuttosto nell’influenza che potrebbe esercitare sul nostro modo di vedere e progettare la moneta: “L’aspetto più innovativo del bitcoin – dice il gestore – non è la blockchain, né il fatto di essere una moneta elettronica senza uno Stato sovrano e non dipende neanche dai movimenti di prezzo recenti, che indubbiamente hanno tutte le caratteristiche di una bolla”. “Il motivo per cui è un fenomeno davvero rivoluzionario è che si tratta della prima moneta intelligente”, aggiunge Lonergan.

 

Moneta intelligente

 

Ma che cosa si intende con l’espressione “moneta intelligente”? Come spiega Lonergan, la moneta intelligente è quella che si autoregola. Al di là dell’innovazione tecnologica della blockchain, l’intelligenza del bitcoin poggia sull’applicazione di una regola molto semplice: la quantità si espande fino a 21 milioni e poi “cresce” allo zero per cento. “Ciò che mi interessa di questa regola non sono tanto i pregi, già ampiamente discussi, quanto le possibilità che apre – spiega il gestore – L’intelligenza del denaro infatti si può estendere in molti modi interessanti. Da un punto di vista economico, un passo avanti sarebbe progettare una moneta che si espande e si contrae di pari passo con la domanda. Incorporare questo aspetto nel DNA della valuta renderebbe ridondante il processo decisionale delle Banche centrali, a beneficio di tutti”.

 

Moneta auto-regolante

 

Secondo Lonergan l’intelligenza si potrebbe avere anche delle finalità sociali: per esempio, la valuta potrebbe autoregolarsi rispetto alle attività per le quali viene impiegata, premiando o penalizzando tali impieghi in base all’impatto sociale. “Posso arrivare a immaginare che avremo una valuta totalmente intelligente, in grado di raccoglie dati ed elaborare le proprie regole di distribuzione e crescita”, spiega il gestore.

 

Il tema della valutazione

 

La prossima grande sfida per il bitcoin riguarda la modalità di affermazione come rete. La domanda infatti è: perché mai dovrei usare il bitcoin per comprare e vendere prodotti e servizi, al posto di una valuta alternativa? Una linea di attacco ovvia è abbassare i costi di transazione, ma farlo è quasi impossibile considerando il prezzo volatile del bitcoin. “La volatilità del prezzo è un costo, come riflette il ruolo limitato di questa valuta come unità di conto – spiega Lonergan – Molti commercianti accettano pagamenti in bitcoin, incluse varie aziende tecnologiche di alto profilo, ma tutti i prezzi sono indicati in dollari e convertiti all’istante. Al massimo, tengono qualche scorta a fini di ricerca e sviluppo speculativi”.
In ogni caso è difficile valutare il suo giusto valore. “La sterlina si può scambiare a due dollari (come succedeva solo poco più di dieci anni fa) o a un dollaro, senza che i prezzi relativi subiscano variazioni di rilievo. Il bitcoin è una valuta, ma non esiste un’economia specifica in bitcoin ben definita”, dice Lonergan. In altre parole è come se i dollari cominciassero a essere scambiati in modo indipendente: come li valuteremmo? “Quello che mi sento di dire è che il bitcoin ha grande importanza. Rivela un futuro alternativo per la moneta in generale e, come moneta specifica, ha caratteristiche uniche. In altri termini, potrebbe sorprenderci per durata e rilevanza”, conclude Lonergan.