A Piazza Affari soffrono ENI e Saipem. Tra le banche corre UBI
Incipit di settimana in buon rialzo per Piazza Affari nella settimana che porterà al delicato appuntamento del 23 aprile con il Consiglio Europeo chiamato a decidere sulle misure per contrastare l’emergenza Covid-19, tra cui il delicato tema dell’emissione di bond comuni. Il Ftse Mib guadagna lo 0,21% a quota 17.091 punti. Oggi la People’s Bank of China ha tagliato i tassi di finanziamento (a un anno dal 4,05% precedente al 3,85% e quelli a cinque anni dal 4,75% al 4,65%), dopo l’intervento della scorsa settimana, al fine di liberare risorse a favore del sistema finanziario e rendere più accessibili i prestiti alle aziende colpite dalle disastrose conseguenze del coronavirus. Intanto, secondo il Financial Times, la Bce e la Commissione europea starebbero valutando l’opzione di creare una bad bank in cui far confluire i crediti deteriorati delle banche dell’Eurozona.
Indicazioni che sostengono solo in parte il settore bancario con +1% per UBI Banca e Bper, mentre Intesa Sanpaolo viaggia poco sotto la parità a -0,27%.
Tra i titoli in calo spiccano quelli oil con Saipem a -0,5% ed Eni a -1,12% in area 8,5 euro complice il nuovo calo dei prezzi del WTI. Intanto continuano le tensioni politiche sul fronte nomine con un gruppo di esponenti del M5S capitanato da Alessandro Di Battista che ha fortemente polemizzato circa la possibile riconferma di Claudio Descalzi nel ruolo di ad di ENI.
In rialzo di quasi il 5% Diasorin, miglior titolo del Ftse Mib, in scia all’annuncio di aver marcato CE il test sierologico per il Covid-19 e di essere pronta alla sottomissione del test alla Food and Drug Administration (Fda) per ottenerne l’approvazione ad uso di emergenza sul territorio statunitense. Il nuovo test sierologico, sviluppato in collaborazione con il Policlinico San Matteo di Pavia per la rilevazione degli anticorpi contro il coronavirus, sarà disponibile sulle 5.000 piattaforme installate in tutto il mondo in strutture ospedaliere e in laboratori commerciali, con una capacità diagnostica di 170 campioni di pazienti all’ora.
Ipotizzando che utilizzando l’intera capacità produttiva si possa arrivare nel giro di qualche mese ad una produzione di circa 3 mln di test al mese e che si mantenga questo livello per tutto il 2020, Equita sim stima circa 20 mln di test sierologici sul 2020 o circa 70-80 mln di fatturato aggiuntivo 2020 (10% del fatturato), a cui aggiungere il fatturato derivante dai test molecolari (indicazione della società tra 5-10 mln di fatturato al mese), ma sottraendo l`impatto negativo legato al calo degli altri test per deterioramento scenario macro causato dal Covid19.