Petrolio in rialzo dopo attacco cyber a maxi oleodotto Colonial Pipeline, NBC parla di responsabilità russi
I timori sull’offerta di petrolio, benzina e carburante, scatenati dalla sospensione lo scorso venerdì della rete di oleodotti di Colonial Pipeline, la più grande degli Stati Uniti, sostengono al rialzo le quotazioni dei rispettivi contratti. La NBC News ha riportato le indiscrezioni secondo cui responsabile dell’attacco sarebbe un gruppo criminale russo, noto come Dark Side.
I prezzi del contratto WTI salgono dello 0,89% a $65,48 al barile, mentre le quotazioni del Brent avanzano dell’1% a $68,96 al barile.
Colonial Pipeline è stata costretta a interrompere il trasporto di carburante dal Golfo del Messico all’area metropolitana di New York, ma non solo, per “mettere offline alcuni sistemi, al fine di contenere la minaccia”.
La società ha riferito di aver appreso venerdì scorso di essere stata “vittima di un attacco informatico”: da allora ha interrotto la rete di oleodotti di 8.850 chilometri, che trasporta quasi la metà delle riforniture di carburanti nella East Coast.
Il presidente americano Joe Biden è stato informato dell’attacco e ha dichiarato lo stato di emergenza in 17 stati americani e nel distretto di Columbia, nella serata di domenica.
L’annuncio dello stato di emergenza fa sì che vengano attivate alcune misure come il trasporto stradale del carburante e l’estensione agli autotrasportatori americani delle ore di lavoro giornaliere, per consentire una consegna più veloce delle riforniture.