Notizie Indici e quotazioni Wall Street, 2018: per S&P 500 anno peggiore da inizio mercato toro. L’outlook per il 2019

Wall Street, 2018: per S&P 500 anno peggiore da inizio mercato toro. L’outlook per il 2019

11 Dicembre 2018 10:39

Per l’indice S&P 500 il 2018 si sta confermando l’anno peggiore, in termini di performance, dell’ultimo decennio. Bloomberg sottolinea come il listino, che si trova tra l’altro nel bel mezzo della seconda fase di correzione di quest’anno, abbia perso l’11% dal record testato a settembre e più del 2% dall’inizio dell’anno.

Su base annua, per la precisione, il trend è il peggiore dall’inizio del mercato toro, avvenuto nel 2009.

Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, inoltre, dunque nel corso degli ultimi 12 mesi, lo S&P 500 è negativo per la prima volta dal 2016. Diverse sono le view dei quattro strategist intervistati dalla Cnbc su quello che farà l’indice nel 2019.

Paul Tudor Jones, fondatore di Tudor Investment, ritiene di essere positivo: “Non posso immaginare che il prossimo anno, a un certo punto, non ci sarà un rialzo del 10 o del 15% su base annua, visto che assistiamo alle stesse operazioni di buyback a cui abbiamo assistito nell’anno che si sta per chiudere. La differenza è che ci troviamo un contesto completamente e totalmente deleveraged”. Tra gli esempi delle operazioni di buyback lanciate dalle società di Wall Street, quella di $9 miliardi annunciata lo scorso venerdì da Facebook, che ha permesso al titolo di salire di oltre il 2%.

Bearish è invece Joyce Chang di JP Morgan: “Assistiamo a una combinazione di rischi geopolitici e di timori sulla liquidità di mercato che, in questo momento, stanno davvero pesando”. Per Chang, i due fattori su cui gli investitori dovranno catalizzare la loro attenzione sono le trattative commerciali tra la Cina e gli Stati Uniti e la Brexit visto che, in entrambi i casi, si è ancora ben lontani dall’aver trovato una soluzione. Se queste due incognite verranno affrontate e risolte, allora il 2019 potrà premiare i tori. Per l’esperta, infatti, i mercati non stanno guardando tanto a temi come “la crescita (dell’economia) e i fondamentali”. Piuttosto, ciò che si vuole è il ritorno della fiducia.

Shawn Matthews di Hondius Capital Management individua due fattori che potrebbero rendere positivo l’outlook del 2019. “I due elementi che devono verificarsi affinché l’economia cresca e, certamente, affinchè il mercato azionario performi bene sono: 1) un rialzo della produttività o la percezione che stia salendo e la normalizzazione degli spread sul credito”. Matthews parte dall’assunto che i potenziali investitori debbano sentirsi sicuri all’idea di riposizionarsi sui mercati. Se tali due fattori non si dovessero però verificare, avverte, il 2019 potrebbe confermarsi un altro anno volatile.

Bruce Bittles di Baird punta il dito invece sul rischio di recessione, sottolineando tuttavia che “gli Stati Uniti non entreranno in recessione”. Magari il fenomeno colpirà altri mercati e in generale l’economia globale, ma “noi crediamo che qui ci sarà un rallentamento, che influenzerà solo in parte gli utili societari“. Per l’esperto, la volatilità potrebbe rimanere comunque elevata nel 2019, e il rischio è che il sentiment negativo finisca per essere un altro ostacolo alla ripresa dei mercati.