Notizie Notizie Italia Carige, a che punto siamo. Intanto Unimpresa: da Bce 300 miliardi a banche italiane. Ecco quanto andrà a UniCredit, Intesa, Banco BPM, Mps e Ubi

Carige, a che punto siamo. Intanto Unimpresa: da Bce 300 miliardi a banche italiane. Ecco quanto andrà a UniCredit, Intesa, Banco BPM, Mps e Ubi

16 Luglio 2019 11:59

Mentre è corsa contro il tempo per salvare Carige, la banca commissariata dalla Bce all’inizio dell’anno che ha tempo fino al prossimo 25 luglio per salvarsi, Mario Draghi & Co si mettono in evidenza per il grande regalo che si apprestano a fare al sistema bancario italiano: 300 miliardi di euro, secondo il centro studi di Unimpresa, grazie alle nuove aste di lungo termine TLTRO che sono state lanciate dall’istituto di Francoforte.

Dalla Banca centrale europea sono in arrivo fino a 300 miliardi di euro per le banche italiane. Le nuove aste di lungo termine decise dalliEurotower, che partiranno il prossimo settembre e termineranno a marzo 2020, dovrebbero portare liquidità pari al 30% del totale di 1.000 miliardi di crediti esigibili degli istituti del nostro Paese. Per i primi cinque gruppi bancari italiani la stima è, complessivamente, di 168,3 miliardi. È quanto emerge da un documento del Centro studi di Unimpresa sulle misure di politica monetaria della Bce, secondo il quale Intesa SanPaolo, che ha ancora in cassa 91 miliardi, dovrebbe ottenere 59 miliardi; UniCredit dovrebbe premere 77 miliardi a fronte di 51 miliardi già in pancia; a BancoBpm, che ha ancora disponibili 21,4 miliardi, potrebbero arrivare 11,4 miliardi; per il Monte dei Paschi di Siena, che ha ancora 16,5 miliardi, in ballo ci sono 11,2 miliardi, mentre per Ubibanca le nuove aste di liquidità potrebbero fruttare 8,7 miliardi, quando ha ancora 12,4 miliardi.

Così ha commentato il vicepresidente di Unimpresa, Claudio Pucci:

“Negli ultimi anni ci sono state continue e sistematiche contrazioni del credito, nonostante la liquidità messa a disposizione dalla Banca centrale europea non abbia mai smesso di affluire nelle casse degli istituti di credito italiani. Ora ci aspettiamo che il settore bancario italiano cambi atteggiamento. Da tempo, i banchieri preferiscono fare ricavi con le commissioni su risparmi e polizze assicurative, perché i margini di interesse sono ridotti all’osso e i prestiti non sono remunerativi”

Lo scorso 6 giugno, in occasione della riunione del Consiglio direttivo della Bce – in cui i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,40% – l’istituto ha comunicato i dettagli sulle nuove aste di liquidità.

E’ stato stabilito che, per ciascuna operazione, sarà fissato un tasso di interesse superiore di 10 punti base rispetto al tasso medio applicato alle operazioni di rifinanziamento principali dell’Eurosistema per la durata della rispettiva Tltro. Concedendo prestiti netti idonei superiori a un valore di riferimento, le banche beneficeranno di un tasso di interesse inferiore, che potrà essere ridotto fino a raggiungere un livello pari al tasso medio applicato ai depositi presso la banca centrale per la durata dell’operazione con l’aggiunta di 10 punti base.

A CHE PUNTO SIAMO CON CARIGE

L’assemblea dello Schema volontario del Fitd per la conversione del bond da 320 milioni di Carige si terrà il prossimo 23 luglio. Lo ha confermato il presidente del Fondo interbancario, Salvatore Maccarone, al termine della riunione del consiglio a Milano.

“Ci sono ancora tanti elementi che sono in movimento, bisogna essere prudenti. Sta andando avanti, siamo ottimisti”. Riguardo alla conversione, questa rientra “nell’ambito di un progetto che è in corso di definizione”.

Intanto si fa sempre più probabile l’intervento di Cassa Centrale Banca, il polo trentino delle banche di credito cooperativo, per salvare Carige.

Il Sole 24 Ore precisa oggi che “tra le opzioni allo studio per la definizione del piano di salvataggio a cui lavora il Fitd (Fondo interbancario di tutela dei depositi) c’è anche quella che Cassa Centrale Banca (Ccb) possa incrementare il suo impegno finanziario e prendere una quota superiore al 10% dell’istituto genovese, ma in uno schema che includa anche il Credito sportivo e il Mediocredito Centrale”.

Dal canto suo il Corriere della Sera precisa che, nell’operazione di rafforzamento patrimoniale dell’istituto ligure che ormai tutti calcolano in 900 milioni di euro (tra aumento di capitale e sottoscrizione di bond subordinati), la Cassa dovrebbe salire inizialmente al 9,99% del capitale, per poi puntare fino al 15%:

“Secondo più fonti bancarie, i vertici della Cassa — il presidente Giorgio Fracalossi e il capoazienda Mario Sartori — punterebbero ad andare in futuro anche più avanti, arrivando attorno al 15%, proponendosi come socio industriale per esempio mettendo a disposizione la società di sistemi informativi, dato che Carige ha venduto la propria, e la bancassicurazione”.

Il Sole 24 Ore riprende oggi quando detto qualche giorno fa, ovvero che l’operazione di rafforzamento patrimoniale necessaria per Carige, da 900 milioni circa, potrebbe prevedere un aumento di capitale di 700 milioni; i restanti 200 milioni arriverebbero con la sottoscrizione di un bond subordinato Tier 2. Dei 700 milioni di aumento di capitale, 320 milioni verrebbero iniettati attraverso la conversione del bond subordinato in mano allo schema volontario.