Unicredit annaspa sempre più, Credit Suisse taglia tp ma vede tanti punti di forza
Anche oggi le banche segnano il passo a Piazza Affari dopo un avvio che aveva fatto sperare in un rimbalzo dopo la debacle della vigilia. Unicredit viaggia in rosso a quota 6,57 euro, avvicinando ulteriormente i minimi storici toccati nel’intraday il 16 marzo a 6,42 euro. Il titolo del gruppo bancario di piazza Gae Aulenti risulta tra i peggiori YTD di tutto il Ftse Mib con -49% circa.
Su UNicredit oggi si è espressa Credit Suisse che conferma il giudizio positivo (outperform) con prezzo obiettivo sceso da 16 a 12,5 euro. Valutazione che è quasi il 90% sopra i livelli attuali a cui è scivolato il titolo. “Sebbene ci aspettiamo che le banche italiane ed europee vedano un impatto potenzialmente significativo nell’ambiente attuale – argomenta l’analista di Credit Suisse – vediamo il bilancio diversificato e fortemente capitalizzato di Unicredit con limitati problemi di asset quality e ben collocata in una serie di potenziali scenari di recupero”.
A detta di Credit Suisse il significativo de-risking di Unicredit sia sui prestiti in sofferenza e in bonis sia sulla quota di titoli di Stato dal 2017, insieme a un buffer MDA di 411 pb, gli dà ampio spazio per assorbire potenziali perdite dall’impatto economico di Covid-19.
Credit Suisse ritiene che il management di Unicredit continuerà a dare la priorità al buyback rispetto all’M&A in un mondo post-Covid-19, dato sia un rischio di esecuzione inferiore che un ROI più elevato. “Calcoliamo un buyback ROI del 16,6% circa contro l’11-18% da uno scenario di fusione teorico, che si basa su una significativa riduzione del 40% dei costi”.
Tra i possibili catalyst futuri c’è un possibile accordo su misure fiscali a livello della zona euro che potrebbe apportare benefici significativi alle banche italiane. Sul fronte rischi, invece, una crisi economica prolungata a seguito della pandemia di Covid-19 che va oltre il 2020, così come un ulteriore abbassamento dei tassi di interesse da parte della BCE senza compensare la stratificazione dei depositi e un peggioramento della situazione politica a livello nazionale o all’interno della zona euro.