Turchia, banca centrale vs Erdogan? Cresce attesa per gli annunci sui tassi e per prospettive lira
Un Super giovedì sul fronte delle banche centrali. Oltre appuntamento della Bank of England (BoE) e della Banca centrale europea (Bce), che non dovrebbero riserbare grandi annunci dopo i meeting estivi, oggi i mercati rivolgono l’attenzione alle decisioni che arriveranno dalla riunione del consiglio monetario della banca centrale della Turchia (Türkiye Cumhuriyet Merkez Bankası, TCMB), chiamata a fermare la caduta della lira turca. Una riunione che fino a qualche tempo fa non sarebbe stata così seguita dal mercato, mentre ora rappresenta un appuntamento importante dopo le tensioni che sono scoppiate in estate e la forte discesa della lira turca.
Banca centrale turca vs Erdogan?
Cosa farà la banca centrale turca oggi? Secondo le attese oggi l’istituto di Ankara entrerà in azione sui tassi, con gli analisti che si attendono che il tasso repo settimanale passi dall’attuale 17,75% al 21 per cento. Un’azione che secondo alcuni operatori sarebbe dovuta arrivare qualche settimana fa, quando la valuta turca erab letteramente in caduta libera. “Nonostante sembra quasi inevitabile l’aumento dei tassi d’interesse rimane ancora un certo clima di incertezze sulle scelte dell’istituto centrale di Ankara – afferma Filippo Diodovich, market strategist di Ig -. Il presidente della “Repubblica” turca Recep Erdogan ha continuato a fare pressioni sul governatore della banca centrale per non alzare il costo del denaro che potrebbe influenzare notevolmente la ripresa economica“. Anche per Ig l’intervento della banca centrale turca dovrebbe portare i tassi d’interesse benchmark (rifinanziamento a 1 settimana) dal 17,75% al 21%.
Certo è che lo scenario rimane complesso, dopo le tensioni scoppiate in estate. Filippo Diodovich ricorda che “dopo la decisione degli Stati Uniti di lanciare sanzioni economiche contro la Turchia per il mancato rilascio del pastore statunitense arrestato con l’accusa di aver partecipato al colpo di stato militare contro Erdogan, si è assistito a un forte deflusso di capitali che ha portato a un crollo della lira turca”. “In un paese con inflazione salita al 17,9%, con un settore privato fortemente indebitato, con un saldo delle partite correnti in forte deficit, le soluzioni sono poche – aggiunge l’esperto – La migliore è l’azione della banca centrale anche contro il parere di Erdogan“.
Intanto ieri Erdogan ha deciso di nominare se stesso al timone del Fondo sovrano della Turchia, che controlla il patrimonio di molte delle maggiori aziende di Stato. Secondo un decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta ufficiale, il ministro del Tesoro e delle Finanze, Berat Albayrak, genero di Erdogan, farà parte del consiglio di amministrazione.