Notizie Notizie Mondo Tassi Bce: arriva nuovo taglio, riviste stime inflazione. Focus su frase: “politica monetaria sensibilmente meno restrittiva”

Tassi Bce: arriva nuovo taglio, riviste stime inflazione. Focus su frase: “politica monetaria sensibilmente meno restrittiva”

6 Marzo 2025 14:41

La Bce non delude le attese e annuncia il secondo taglio dei tassi del 2025, dopo le quattro sforbiciate del 2024. Sotto la lente le nuove proiezioni su inflazione e crescita. Attenzione anche alla frase contenuta nel comunicato ufficiale: “La politica monetaria diviene sensibilmente meno restrittiva, poiché le riduzioni dei tassi di interesse rendono meno onerosi i nuovi prestiti a imprese e famiglie e il credito accelera“.

Ecco i dettagli del comunicato

Il Consiglio direttivo ha deciso di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. La decisione di ridurre il tasso sui depositi presso la banca centrale, mediante il quale il Consiglio direttivo orienta la politica monetaria, scaturisce dalla valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. Inizia così il comunicato della Bce che annuncia il sesto taglio dei tassi da giugno 2024.

Entrando più nel dettaglio, i tassi di interesse sui depositi presso la banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025.

Inflazione, stime riviste al rialzo

Dalla Bce ribadiscono che “il processo disinflazionistico è ben avviato” e spiegano che “l’andamento dell’inflazione ha continuato a rispecchiare pressoché le attese dei nostri esperti e le ultime proiezioni sono strettamente in linea con le prospettive di inflazione precedenti”. Gli esperti indicano ora che l’inflazione complessiva si collocherebbe in media al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. La revisione al rialzo dell’inflazione complessiva per il 2025 riflette la più vigorosa dinamica dei prezzi dell’energia. L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,2% nel 2025, al 2,0% nel 2026 e all’1,9% nel 2027.

“Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine – chiariscono dall’Eurotower -.  L’inflazione interna resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo. La crescita delle retribuzioni si sta però moderando secondo le attese e i profitti ne stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione

Dilemma restrittivo, ecco la frase chiave

C’è poi l’atteso passaggio sulla comunicazione, su cui si discuteva da tempo. “La politica monetaria diviene sensibilmente meno restrittiva, poiché le riduzioni dei tassi di interesse rendono meno onerosi i nuovi prestiti a imprese e famiglie e il credito accelera – afferma la Bce -. Al tempo stesso, l’allentamento delle condizioni di finanziamento è contrastato dai passati rialzi dei tassi di interesse che si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere, e il volume dei prestiti resta nel complesso contenuto”.

Un contesto incerto, con l’economia che “fronteggia perduranti difficoltà” e spinge gli esperti a correggere nuovamente al ribasso le proiezioni di crescita: allo 0,9% per il 2025, all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027. Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale. L’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti dei rialzi passati dei tassi di interesse restano le principali determinanti alla base dell’atteso incremento della domanda nel corso del tempo.

ING: direzione di marcia non più chiara. Il nuovo tema potrebbe essere il controllo della curva dei rendiment

“L’espressione ‘la politica monetaria sta diventando significativamente meno restrittiva’ indica che i tassi di riferimento si stanno avvicinando al territorio neutrale, ma al tempo stesso la direzione di marcia della Bce non è più così chiara”, commenta Carsten Brzeski, global head of macro di ING, dopo la pubblicazione del comunicato ufficiale della Bce.

“Di fronte all’aumento dell’incertezza e le prospettive di un ampio stimolo fiscale, la direzione di marcia della Bce dopo il taglio dei tassi di oggi non è più così chiara come lo era qualche settimana fa. Una pausa alla prossima riunione per fare i conti con la nuova realtà macroeconomica sembra ora una possibilità. Tuttavia, anche se la necessità di ulteriori tagli dei tassi sta gradualmente svanendo, la Bce non sarà esente dall’affrontare alcuni problemi. I crescenti rendimenti obbligazionari potrebbero presto portare un altro tema nell’eurozona: il controllo della curva dei rendimenti”.

Un cambiamento che suggerisce un possibile stop ai tassi già il mese prossimo, la view di eToro

Un passaggio su cui si sofferma anche Lale Akoner, Global Market analyst di eToro. “La Bce descrive ora la politica come ‘significativamente meno restrittiva’, un cambiamento che suggerisce che i tagli dei tassi potrebbero interrompersi già il mese prossimo. Tuttavia,definire la fine del ciclo di allentamento potrebbe essere prematuro. Data la crescente incertezza politica globale, la Bce dovrebbe adottare un approccio più dipendente dai dati, simile a quello della Fed – spiega -. Nel frattempo, l’escalation delle tensioni commerciali sotto la guida del Presidente Trump si aggiunge alle sfide della Bce. Sebbene i dazi rappresentino un rischio negativo per la crescita, l’aumento della spesa europea per la difesa e le infrastrutture potrebbe fornire una certa compensazione. Se i disavanzi crescenti minacciano la sostenibilità del debito, la BCE potrebbe dover riavviare gli acquisti di obbligazioni su larga scala attraverso lo strumento di protezione della trasmissione”.