Notizie Notizie Italia Spread e rumor M&A mettono ulteriore benzina alla corsa delle banche

Spread e rumor M&A mettono ulteriore benzina alla corsa delle banche

12 Febbraio 2020 15:05

Impennata del 14% in sole 8 sedute. Non è la performance sporadica di un singolo titolo, ma quella di un intero settore, quello bancario italiano. Il Ftse Italia All-Share Banks segna infatti un perentorio +14% circa da inizio mese, a velocità doppia rispetto al Ftse Mib che già di suo sta portando avanti una prima parte di febbraio in gran spolvero con indice sui massimi a oltre 10 anni. Per l’indice bancario si tratta invece dei massimi da settembre 2018, allungando a +41% il saldo dai minimi toccati il 14 agosto 2019.

I motivi dietro al rally di UBI e delle altre 

Lo sprint delle banche del Ftse Mib, che ha preso vigore nel corso della scorsa settimana sotto la spinta delle trimestrali oltre le attese, torna a scaldarsi oggi con lo zampino anche del ritorno di rumor circa un’accelerazione sul fronte M&A. Una sponda importante arriva anche dall’ulteriore restringimento dello spread in area 130 pb dopo l’asta Bot che ha registrato un boom di domanda, confermando quanto evidenziato ieri con le richieste record per 50 mld per il nuovo Btp 2036. 

UBI Banca, già grande protagonista alla vigilia (+4,2%) sull’onda lunga dei conti 2019 e delle attese per il nuovo business plan in arrivo il 17 febbraio, oggi è arrivata a segnare oltre +5% a 3,28 euro. Forti rialzi anche per Banco BPM e Bper, che salgono di quasi il 3,5%. Bene anche Intesa Sanpaolo a +1,63%.

Fuori dal Ftse Mib rally di +2,7% per Mps. E sono proprio gli ultimi rumor sulla banca senese, che contribuiscono a scaldare il mercato facendo tornare d’attualità la possibilità di un merger che coinvolga anche una delle banche di medie dimensioni di Piazza Affari come futura sposa di MPS. Tra i nomi che si sono susseguiti nel passato come potenziali acquirenti di Mps figurano soprattutto UBI, Banco BPM e Bper.

Governo vuole un partner bancario per Mps 

Stando a quanto riferito oggi da Il Messaggero, il governo preferisce un partner bancario per Monte dei Paschi in vista dell’implementazione della strategia di uscita dal capitale di MPS. Il progetto sarebbe quello di creare un terzo player bancario importante nel paese, evitando che nel processo di cessione di MPS entrino in gioco i fondi di private equity. “Arginare la riduzione del margine di interesse rimarrà una sfida chiave per Monte Paschi, poiché la solvibilità è notevolmente migliorata e l’esposizione agli NPE continua a diminuire”, rimarcano gli analisti di Bloomberg Intelligence. 

Le banche potenzialmente coinvolte nel dossier Mps sono fino ad oggi rimaste alla finestra soprattutto in attesa che si sblocchi la questione crediti deteriorati. 

Il Tesoro  sta trattando con l’UE la cessione ad Amco (la ex Sga controllata al 100% dal Tesoro) di Npl per 10 mld di euro in pancia alla banca senese. Il Tesoro italiano – azionista di Mps al 68% – si è impegnato con l’UE per uscire dal capitale di MPS entro fine 2021. Il via libera di Bruxelles andrebbe di fatto a sbloccare l’impasse sul fronte aggregazioni tra banche italiane di medie dimensioni.