Rete Tim, la partita nel vivo. NetCo, ecco di cosa si occupa

La partita per la Rete di Tim si accende con i due rilanci arrivati venerdì sera dalla cordata Cassa Depositi e Prestiti-Macquarie e dal fondo Usa KKR. Due offerte migliorative per NetCo (area che include la rete fissa, primaria e secondaria, le attività wholesale domestiche e quelle internazionali con Sparkle) che verranno passate in rassegna in due consigli di amministrazione ravvicinati dell’ex monopolista, in calendario il 19 e 22 giugno. Le indiscrezioni sulle potenziali offerte tengono banco, con i soci francesi di Vivendi che restano contrari all’operazione.
I due rilanci e le nuove tempistiche
Non sono ancora le 20 di venerdì sera (giorno della deadline per la presentazione delle offerte non vincolanti per NetCo) quando Tim affida a una breve nota ufficiale l’annuncio che “ha ricevuto due offerte nell’ambito del processo competitivo per la cessione di NetCo“ e che sono state “presentate, rispettivamente, dal consorzio formato da CdP Equity S.p.A. e Macquarie Infrastructure and Real Assets (Europe) Limited, che agisce per conto di un gruppo di fondi di investimenti gestiti o assistiti dal gruppo Macquarie, e da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (“KKR”)”. Due rilanci che sono arrivati dopo che Tim aveva giudicato inadeguato le offerte presentate all’inizio di maggio.
Parola al cda: riunioni in agenda il 19 e 22 giugno
Ora la parola spetta al consiglio di amministrazione di Telecom Italia che in due distinte riunioni sarà chiamato a esaminare e pronunciarsi sulle offerte arrivate venerdì scorso: i meeting sono previsti il prossimo 19 giugno e il 22, “previa istruttoria del comitato parti correlate”. Da CDP hanno precisato che l’offerta sarà valida fino al prossimo 30 luglio.
Offerte, come sono cambiate? Alcuni rumors
Non sono stati svelati i punti chiave e i dati finanziari delle offerte e come accade in questi casi, la speculazione regna sovrana. All’indomani del comunicato di Tim sono iniziate a circolare una serie di indiscrezioni sull’entità delle nuove offerte. Alcune fonti stampa, indicano una modesta revisione al rialzo da parte di Cdp-Macquarie, che si sarebbe soprattutto concentrata sulla riduzione dei rischi antitrust in capo a Time sulle condizioni relative ai voucher. Il fondo americano KKR avrebbe invece presentato un’offerta più strutturata che, secondo “Il Sole 24 Ore” in edicola domenica, potrebbe portare fino a 23 miliardi di euro di valorizzazione per NetCo (ovvero 21 miliardi di euro + 2 miliardi di earn-out). Una valorizzazione che, sottolineano da Equita, dipenderebbe dalla modalità di strutturazione del MSA (Master Service Agreement) tra NetCo e ServCo e rimane non noto il valore attribuito a FiberCop (e quindi l`effettivo deleverage di Tim).
“La strutturazione del MSA dovrebbe essere definita nel dettaglio nelle prossime settimane, se il board di Tim deciderà di avviare la due diligence con il fondo”, aggiungono gli analisti (rating buy su Telecom Italia) che si soffermano anche su quello che definiscono “un ulteriore elemento di novità emerso nel weekend sarebbe la disponibilità di Macquarie di acquisire le aree nere di Open Fiber, lasciando invece a CDP le aree grigie e bianche, oltre che una dote”.
“Le nuove offerte sono arrivate e ora il board di Tim deve prendere una decisione”, affermano gli esperti di Bestinver Securities che mantengono la raccomandazione buy su Tim. “A prescindere dalla probabilissima battaglia legale tra Vivendi e Tim, l’operatore di telecomunicazioni italiano dovrebbe almeno iniziare l’iter verso la proposta di un’offerta vincolante a favore di uno dei due offerenti per non far svanire queste offerte e mettere a rischio la possibile vendita della rete”, aggiungono gli analisti.
Intanto francesi di Vivendi restano contrari all’operazione. La loro posizione è chiara e sono pronti a chiedere al board di Tim di non proseguire nelle trattative. In particolare, si sono detti pronti a votare contro l’offerta se questa arrivasse in assemblea.
NetCo, ecco di cosa si occupa
Quasi un anno fa ormai, era il 7 luglio 2022, quando Tim ha tracciato una netta linea di dermarcazione con il passato, definendo il perimetro della potenziale separazione della rete fissa (NetCo) dai servizi (ServiceCo) per superare il modello verticalmente integrato.
Nella nota dello scorso luglio si legge che “il consiglio di amministrazione di Tim ha conferito mandato all’Amministratore Delegato, Pietro Labriola, a svolgere ogni attività utile per il conseguimento dell’obiettivo strategico del superamento dell’integrazione verticale e della riduzione del livello di indebitamento della società attraverso operazioni di trasferimento e valorizzazione di alcuni asset del Gruppo. Le eventuali opzioni verranno sottoposte al consiglio per le deliberazioni del caso”.
Nel dettaglio, NetCo è l’area che racchiude l’asset di rete fissa, le attività wholesale domestiche e quelle internazionali di Sparkle. Come spiega Tim, “Netco può rappresentare il primo caso in Europa di realizzazione di un polo di infrastrutture e tecnologie di rete in fibra a disposizione di tutto il mercato e con una presenza capillare su tutto il territorio nazionale. Si concentrerà sul mercato wholesale con il compito di accelerare ulteriormente il deployment della rete in fibra, beneficiando nel medio-lungo termine dei cicli di investimento e dei relativi ritorni tipici del mercato infrastrutturale”.
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