Notizie Valute e materie prime Oro, un porto rifugio: De Casa mantiene una view positiva, ma non lancia ‘fanta-previsioni a 2mila$”

Oro, un porto rifugio: De Casa mantiene una view positiva, ma non lancia ‘fanta-previsioni a 2mila$”

12 Marzo 2020 11:23

La settimana per l’oro, bene rifugio per eccellenza, è partita in rally permettendogli di testare il valore più alto in 7 anni. Nelle ultime sedute, nonostante la caduta dei listini, l’oro ha rallentato. Anche stamattina le quotazioni del metallo giallo si muovono in leggero calo a quota 1.637 dollari l’oncia (-0,3%). “Il clima di risk-off globale ha contagiato anche le materie prime ieri, con ribassi generalizzati tranne poche eccezioni – sottolineano gli strategist di Mps Capital Services -. Anche l’oro è stato probabilmente di nuovo penalizzato da vendite ricollegabili a chiusure di posizioni forzate dai margin call su altri asset e dal rialzo dei tassi reali”.

Ma cosa è successo nell’ultimo periodo? In generale, quello che sta accadendo, è “uno spostamento di liquidità dagli asset più rischiosi come le azioni verso i cosiddetti beni rifugio, tra cui l’oro“, dichiara Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades.

Ripercorrendo l’ultimo periodo all’inizio del mese, a sostenere le quotazioni dell’oro era stata la decisione a sorpresa della Federal Reserve (Fed) di tagliare i tassi di interesse dello 0,5%. Si tratta di “una notizia importante per il lingotto poiché non solo i tassi di interesse rimarranno bassi a lungo termine ma la Fed ha anche trasmesso un senso di ansia con questa decisione – sottolinea De Casa -. Dopo essere stata così resistente negli ultimi mesi, la banca ha deciso di tagliare dello 0,5% in un colpo solo. In altre parole, la Fed ha paura dell’impatto che il coronavirus sta avendo e continuerà ad avere sull’economia”. In questo scenario l’analista di ActivTrades mantiene una view positiva sull’oro, ma non si lascia andare a fanta-previsioni con il lingotto oltre i 2mila dollari l’oncia. “Per quanto riguarda le prospettive io ho ipotizzato che possa stabilizzarsi in area 1.650 dollari l’oncia, non è automatico che l’oro vada sempre su”, sottolinea De Casa, secondo il quale bisogna menzionare il rapporto tra coronavirus e la domanda di oro. “Di fatto, può comportare una discesa della domanda di oro da parte della gioielleria che rappresenta una fetta importante della domanda, circa il 40-50%, molto di più di quella che arriva dall’industria”. Di conseguenza, spiega De Casa, “non è automatico che se le cose vanno male sui mercati, l’oro continua a impennarsi verso soglie importanti come quella di 2mila”.

“L’oro è impostato positivamente, ma non fornisco previsioni ‘fantastiche’ con l’oro che corre di un altro 30% senza motivo”, puntualizza l’esperto sottolineando ancora che non è automatico che la crisi alimenti un rally del metallo giallo “perché ci sono vari componenti da considerare, come quella degli investimenti che probabilmente continuerà a salire, ma le altre come quella della gioielleria ne risentirà”.
Non dimentichiamoci, aggiunge De Casa, anche il fatto che l’oro era impostato al rialzo ormai da anni (minimi poco sopra 1.050 dollari toccati a fine 2015, mettendo a segno un recupero di circa il 60%) e per questa ragione non dobbiamo legare il rialzo solo all’emergenza Coronavirus. “Per la rimonta dell’oro è più importante, quello che stiamo vedendo sui tassi americani che certamente è collegato al coronavirus perché i tassi Usa si sono mossi proprio per questa ragione”. Bisogna infine fare attenzione ai movimenti dell’oro perché, ricorda De Casa, si muove con picchi di volatilità come all’inizio dell’anno, per questo anche sul lingotto è necessario essere emotivi al punto giusto. Un altro fattore da considerare è quello legato all’andamento del dollaro. “Nonostante il deprezzamento del dollaro, l’oro non è riuscito a sfondare altre soglie critiche, come quella dei 1.800-1.900”, precisa ancora.

E gli altri preziosi? Parlando degli altri metalli, Carlo Alberto De Casa si sofferma sull’andamento dell’argento. “A livello tecnico, c’è un bel supporto a 16,5 dollari dopo il rally che lo aveva portato a sfiorare quota 19. In questo caso, diversamente dall’oro, la domanda è più legata all’industria e meno alla componente investiment”.