Mercato scommette su accordo M5S-Pd, ecco cosa pensano gli analisti
Minimi da aprile 2016 per lo spread BTP-Bund che guarda con interesse alle propve di dialogo tra M5S e Pd per la formazione di una coalizione di governo. Il differenziale di rendimento tra decennale italiano e quello tedesco è sceso a 110 punti base, livello più basso da aprile 2016. Parallelamente ieri il Ftse Mib ha toccato i massimi in chiusura dal lontano ottobre 2009, portando a +10% il saldo da inizio anno.
Di Maio scarica la Lega
Il mercato plaude prima di tutto all’accantonamento dell’ipotesi di un esecutivo M5S-Lega, che rappresentava lo scenario peggiore agli occhi del mercato con due forze populiste alla guida del paese che avrebbero potuto creare problemi anche nella gestione dei rapporti con Bruxelles.
Ieri il segretario del Pd, Maurizio Martina, ha aperto al dialogo con il M5S e subito dopo il leader grillino Luigi Di Maio ha dichiarato che non ci sono più le condizioni per trattare con la Lega. Permangono comunque le distanze tra i due partiti e soprattutto la ferma chiusura da parte dell’ala renziana del Pd a un’intesa di governo con i grillini.
Secondo diversi analisti un accordo di governo che coinvolga il Pd farebbe scendere ulteriormente il differenziale Btp-Bund, con la soglia dei 100 pb ormai a portata di mano.
La view di Barclays
Quali potrebbero essere i prossimi sviluppi? Domani Fico riferirà al Capo dello Stato e si potrebbe andare verso un vaglio ulteriore dell’ipotesi di accordo tra grillini e Pd (con eventuale allargamento anche a +Europa e LeU). “Consideriamo un governo tra il M5S e il PD come una delle possibili coalizioni miste governative che potrebbero spezzare l’attuale stallo politico – argomenta Fabio Fois, economista di Barclays – ma riteniamo che potrebbe essere troppo presto perché un tale risultato si sviluppi in questa fase”.
Barclays indica due potenziali fattori scatenanti per un governo M5S-PD in questa fase: In primo luogo, il M5S accetta condizioni molto difficili dal partito PD, includendo forse un accordo per mantenere invariate le riforme approvate dal governo Renzi, un primo ministro appartenente al PD e potenzialmente riaprire l’agenda di riforme istituzionali che è stata chiusa dopo che un referendum del Senato respinto nel 2016. In secondo luogo, il presidente Mattarella dovrà usare la sua persuasione morale per negoziare un accordo tra M5S e il centro sinistra.
Fois che vede ancora tanti punti critici e Mattarella difficilmente interferirà con gli sforzi di mandato esplorativo di Fico. Una volta concluso il compito di Fico, tuttavia, Mattarella potrebbe aumentare il suo coinvolgimento nel facilitare la formazione di un nuovo governo.