Notizie Notizie Italia I titoli del giorno a Piazza Affari: Stellantis e Pirelli pagano effetto dazi

I titoli del giorno a Piazza Affari: Stellantis e Pirelli pagano effetto dazi

3 Febbraio 2025 12:35

Piazza Affari inizia il mese di febbraio all’insegna delle vendite, in compagnia delle principali Borse europee. A tenere banco sui mercati è la politica commerciale di Donald Trump e l’annuncio di introduzione di dazi al Messico, Canada e Cina.

“Nelle prossime settimane, i dazi rappresenteranno probabilmente un ostacolo per i mercati e contribuiranno alla volatilità, almeno fino a quando gli investitori non otterranno maggiore chiarezza sul percorso e sulla destinazione della politica commerciale statunitense”, commenta Mark Haefele, chief investment officer di UBS Global Wealth Management, che si concentra appunto sulla decisione dell’amministrazione Trump di firmare ordini esecutivi per imporre tariffe significative sulle importazioni da Canada, Messico e Cina, a partire da domani 4 febbraio.

In una settimana che si preannuncia intensa anche sul fronte macroeconomico (attesi i nuovi dati sul mercato del lavoro Usa) e su quello societario (la stagione degli utili vede le banche protagoniste a Piazza Affari, con Intesa che darà il via ufficiale domani).

UniCredit irrompe nella partita: detiene il 4,1% di Generali

I colpi di scena non mancano in questo avvio di 2025 nel panorama finanziario italiano. Con UniCredit che resta uno dei protagonisti, con il ceo Andrea Orcel che firma a sorpresa una mossa: questa volta su Generali che oggi si muove in rialzo di circa l’1% sul Ftse Mib. Dopo le anticipazioni di sabato sera de “Il Sole 24 Ore“, ieri pomeriggio UniCredit ha annunciato di detenere una partecipazione di circa il 4,1% del capitale di Generali, acquisita nel tempo attraverso acquisti sul mercato. Un ulteriore 0.6% circa è detenuto come sottostante dell’ordinaria attività per i clienti e della relativa copertura. La banca milanese ha precisato che la partecipazione è un puro investimento finanziario della banca e che “non ha alcun interesse strategico in Generali e rimane pienamente concentrata sulla prosecuzione di UniCredit Unlocked, sull’Opa su Banco Bpm e sull’investimento in Commerzbank”.

Da Equita Sim indica inoltre che parallelamente, secondo indiscrezioni, UniCredit avrebbe acquisito fino al 2,9% di Mediobanca, rimanendo sotto la soglia del 3% che impone l’obbligo di dichiarazione.

“Alla luce delle recenti operazioni nel settore bancario italiano e delle complesse dinamiche di governance – con il rinnovo del CdA di Generali previsto per l’8 maggio – resta da capire come UniCredit intenderà utilizzare questa posizione, che potrebbe non solo influenzare gli sviluppi su Generali, ma aprire a nuovi scenari anche su Mediobanca (considerando le indiscrezioni di stampa sull’acquisto di un 2,9%)”, segnalano gli analisti della sim milanese.

Stellantis e Pirelli giù, è l’effetto dazi Trump

Sono passate solo due settimane dall’insediamento ufficiale di Donald Trump alla Casa Bianca ed ecco che le temute minacce in tema di politica commerciale si sono materializzate. Trump ha annunciato dazi del 25% verso Messico e Canada e del 10% verso la Cina a partire dal 4 febbraio. Con l’Europa già nel mirino. Da Bruxelles hanno già fatto sapere che “risponderà fermamente” se Trump imporrà dazi, il che dovrebbe avvenire “abbastanza presto” secondo il presidente Usa.

Sulla questione dazi e Piazza Affari, simulando uno scenario ipotetico di assenza di mitigants, stabilità dei cambi (la probabile svalutazione assorbirebbe parte dei dazi), stabilità dell’inflazione (il cui aumento renderebbe più facile trasferire i rincari dei costi sui prezzi) e un impatto negativo del 10% sul fatturato del business coinvolto (assumendo margini uguali al resto del gruppo), Equita indica le società italiane più colpite (inteso come impatto negativo sull’Ebitda 2024): Eurogroup (18%), Stellantis (14%), Sogefi (9%), Pirelli (5%) e Brembo (4%).

“La più esposta è Stellantis che tipicamente in Nord America genera margini superiori alla media del gruppo (con la sola eccezione del della seconda parte del 2024) e che oltre al Messico è anche esposta al Canada (sia come produzione che vendite); prevedibile ulteriore pressione sulla filiera dei componentisti”, segnalano ancora da Equita.

E proprio Stellantis è il peggior titolo del Ftse Mib con una flessione del 6%, seguita da  Pirelli che perde il 5,6% e STMicroelectronics che indietreggia del 3,9%.