I titoli del giorno a Piazza Affari: focus su Mediobanca e UniCredit

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Movimenti volatili a Piazza Affari in una giornata dominata dagli annunci ma anche dall’attesa delle trimestrali da parte di alcune delle principali banche del Ftse Mib. A metà seduta, l’indice Ftse Mib avanza dello 0,17%, mantenendosi sempre sopra la soglia dei 37mila punti.
Occhi puntati sui bancari, con UniCredit che perde quota e si posiziona sul fondo del Ftse Mib dopo i conti migliori delle attese ma anche su Mediobanca che invece è nelle file opposte e sale di quasi il 2% post risultati finanziari.
UniCredit nelle retrovie
Seduta in calo per UniCredit che viaggia sotto quota 46 euro, mostrando un -2,9%. A pesare potrebbe essere la previsione di una “moderata riduzione” del margine di interesse nel 2025. Per altri si tratta di “un classico sell on news” dopo risultati che sono stati migliori risultati migliori delle attese per il 2024. In particolare, commentando i conti diffusi stamattina gli analisti di Equita, che confermano la raccomandazione buy e il target price di 47,2 euro, indicano “sorprese positive su capitale (CET1 al 15,9%), remunerazione (oltre i 9 miliardi di euro rispetto agli 8,6 miliardi stimati) e infine la guidance 2025”.
I numeri di UniCredit, nel dettaglio
La banca guidata da Andrea Orcel ha archiviato il 2024 con un utile netto escluse le Dta pari a 9,3 miliardi di euro, in aumento del 8,1 per cento rispetto all’anno precedente, e l’utile netto contabile, pari a 9,7 miliardi, in aumento del 2,2 per cento se rapportato allo scorso anno. Entrambi sono stati raggiunti assorbendo 1,3 miliardi di oneri straordinari.
UniCredit intende poi “aumentare la distribuzione agli azionisti a 9 miliardi per il 2024, previo ottenimento delle relative autorizzazioni. A riprova ulteriore della nostra generosa politica di distribuzione, stiamo aumentando il dividendo al 50% dell’utile netto a partire dal 2025”.
Per il sedicesimo trimestre consecutivo, sottolinea il gruppo, abbiamo conseguito una crescita di qualità sostenibile. Nel solo quarto trimestre 2024, il risultato contabile è stato di 1,97 miliardi (meglio delle attese, con il consensus Bloomberg a 1,62 miliardi) e il netto di 1,6 miliardi in flessione rispetto ai 1,9 miliardi dell’analogo periodo del 2023.
Per quanto la guidance 2025, UniCredit prevede un utile netto e di un RoTE “sostanzialmente in linea con il 2024 nonostante lo scenario macroeconomico meno favorevole”. I ricavi netti sono previsti a oltre 23 miliardi, con una moderata riduzione anno su anno del margine di interesse nel 2025, che riflette le aspettative di un contesto di minori tassi di interesse e di una ulteriore compressione della Russia. Nella nota di UniCredit si legge che le distribuzioni relative al 2025 sono attese in aumento rispetto a quelle relative al 2024, con un dividendo incrementato al 50% dell’utile netto (dal 40%).
Intanto spuntano anche alcuni rumors sull’azionariato della banca guidata da Orcel. In particolare, stando a quanto anticipato da “Il Corriere della Sera“, Delfin (holding finanziaria della famiglia Del Vecchio) “avrebbe iniziato a esplorare la possibilità di vendere con un accelerated book building, o altre formule, la sua quota” del 2,7% in Unicredit.
Mediobanca rivede al rialzo target 2026 dopo semestrale
Occhi puntati oggi su Mediobanca che sale di circa il 2% sul podio delle migliori. Il gruppo di piazzetta Cuccia, che ha ricevuto a fine gennaio l’Ops di Mps, fermamente rigettata, ha presentato ieri a mercati chiusi i conti del primo semestre dell’esercizio fiscale 2025/2026 che evidenziano risultati record con un utile netto di 660 milioni di euro, ricavi per 1,8 miliardi e un Rote al 14%.
Tra le indicazioni apprezzate dal mercato la revisione al rialzo dei target per il 2026. Mediobanca si attende un utile netto di oltre 1,4 miliardi di euro nel 2026 e ricavi di circa 4 miliardi rispetto al target di 3,8 miliardi del piano. Con una distribuzione totale cumulata nel triennio 24-26 per oltre 4 miliardi (da 3,7 miliardi).
“Set di risultati solidi e sopra le attese, con sorpresa positiva soprattutto sul fronte delle commissioni e rialzo della guidance FY26. Alla luce dei numeri del 1H25, le nostre stime e quelle di consensus acquistano maggior visibilità, con la possibilità di raggiungere la parte alta della guidance di Eps”, commentano da Equita che al momento ha un target price di 18,6 euro e un rating buy sul gruppo guidato da Nagel.
Per quanto riguarda il capitolo Ops lanciata da Mps, anche oggi nella nota stampa sui conti Mediobanca ha rimarcato che il cda “ha ritenuto l’offerta priva di razionale industriale e finanziario, e dunque distruttiva di valore per gli stakeholder di Mediobanca e di Mps”. Nel corso della conference call con gli analisti, il ceo Alberto Nagel si è espresso così su un’eventuale operazione tra Mediobanca e Mps: “una specie di ibrido che, almeno secondo la nostra visione, non è positivo”.