Ftse Mib, i migliori e peggiori di novembre: Mps e i bancari sotto la lente
Il mese di novembre si chiude a due velocità per i listini globali con l’effetto Trump che ha dettato i tempi: da una parte i rialzi di Wall Street (in particolar modo il Dow Jones) e dall’altra le piazze europee in calo, con l’indice Ftse Mib e il Cac40 tra le peggiori del mese di novembre.
Sin dalle prime battute il mese di novembre è stato influenzato dall’attesa prima e dall’annuncio ufficiale poi del nuovo presidente degli Stati Uniti, con la vittoria di Donald Trump che torna alla Casa Bianca. Il candidato Repubblicano ha battuto la dem Kamala Harris nell’election day dello scorso 5 novembre, un risultato che è stato accolto positivamente dai mercati Usa. Sono scattati soprattutto i cosiddetti “Trump trade“, come Tesla e Bitcoin, che hanno accelerato al rialzo dopo la vittoria.
Dall’altra parte dell’Atlantico, sono invece prevalsi nel corso del mese i timori legati alle minacce di nuovi dazi, con un impatto su alcuni settori europei. Minacce che il tycoon è tornato a sbandierare alcuni giorni fa che in una serie di post su Truth Social, il network della Trump Media & Technology Group. Il futuro inquilino della Casa Bianca ha annunciato che imporrà fin da subito nuovi dazi sui beni provenienti dalla Cina, dal Canada e dal Messico.
In primo piano anche le banche centrali, e in particolar modo la Federal Reserve (Fed) che nella riunione dello scorso 7 novembre ha annunciato un nuovo taglio dei tassi di 25 punti base. E infine nella seconda parte del mese l’attenzione degli investitori è stata catalizzata anche dalla trimestrale di Nvidia in rialzo e migliore delle attese. Per il quarto trimestre, Nvidia prevede un fatturato di 37,5 miliardi +/- il 2%, valore superiore al consensus di 37,1 miliardi, ma inferiore alle stime più ottimistiche di Wall Street che si spingevano fino a 41,19 miliardi.
Osservando le performance delle Piazze globali, il mese di novembre viene archiviato all’insegna dei rialzi per Wall Street, mentre l’Europa in frenata.
Tra le performance peggiori in Europa quelle dell’indice Ftse Mib che nel corso del mese è sceso anche sotto la soglia dei 33mila punti.
Vediamo quali sono i titoli che si sono mossi maggiormente (al rialzo o al ribasso) nell’ultimo mese (i dati sono aggiornati al 29 novembre, ore 17:15).
Piazza Affari, le migliori del Ftse Mib a novembre
Classifica | Migliori 5 | Var% 1 mese |
1 | BANCA MPS | 21,0% |
2 | TENARIS | 20,4% |
3 | LEONARDO | 16,3% |
4 | BANCO BPM | 16,2% |
5 | SAIPEM | 12,7% |
Tra i migliori titoli del mese di novembre Mps, Tenaris e Leonardo. L’ultima settimana ha visto ancora una volta il titolo Mps (che viaggia sui massimi a oltre due anni) sotto i riflettori, con il risiko bancario in primo piano. Dopo i primi tentennamenti degli investitori, che lunedì hanno fatto scattare le vendite a seguito dell’Ops di Unicredit su Banco Bpm, che aveva fatto pensare a un allontanamento degli scenari M&A per Siena, nei giorni successivi Mps ha registrato nuovi rialzi. A sostenere l’azione dell’istituto guidato da Lovaglio prima il giudizio positivo di Deutsche Bank e poi per le indiscrezioni di contromosse di Banco Bpm, riportando in primo piano il tema della creazione del terzo polo bancario.
I grafici da inizio anno (ytd) dei 2 migliori titoli di novembre:
Mps
Tenaris
I peggiori dell’ultimo mese
Classifica | Peggiori 5 | Var% 1 mese |
1 | CAMPARI | -26,8% |
2 | MONCLER | -12,8% |
3 | AMPLIFON | -11,4% |
4 | UNICREDIT | -11,3% |
5 | MEDIOBANCA | -10,4% |
Sul fronte opposto, quello delle vendite, il “podio dei titoli peggiori del Ftse Mib” di novembre vede Campari, Moncler e Amplifon.
Tra i peggiori cinque titoli del mese anche Mediobanca. Quest’ultima nel corso del mese che sta volgendo al termine il gruppo bancario guidato da Nagel ha annunciato i conti del primo trimestre fiscale 2024/25 (al 30 settembre) con una flessione dell’utile netto del 6,1% su base annua a quota a 330 milioni di euro ma superiore al consensus Bloomberg a quota 303,8 milioni. Risulta invece inferiore alle attese il net interest income (Nii) che si è attestato nel trimestre a 485 milioni (-2,2 a/a) contro i 492,9 milioni indicati dal mercato. Sostanzialmente stabili rispetto a un anno fa i ricavi che hanno raggiunto quota 865 milioni di euro circa, con un’accelerazione delle commissioni del 29%. Il gruppo ha poi indicato per il capitolo remunerazione degli azionisti che prevede una crescita attesa del DPS, con cash pay out confermato al 70% (acconto di dividendo a maggio 2025 e saldo a novembre 2025) e attivazione del nuovo piano di buyback (385 milioni).
Secondo alcuni analisti, tra cui Citi i risultati core sono stati più deboli con il Nii e le commissioni che non hanno raggiunto il consenso.
I grafici da inizio anno (ytd) dei 2 peggiori titoli di novembre:
Campari
Moncler