Ferrari: Goldman Sachs alza raccomandazione e target price, ecco i motivi
Goldman Sachs ha alzato il giudizio sulle azioni Ferrari a “Neutral”, dal precedente “Sell”, aumentando anche il target price da 181 a 260 euro per azione. La decisione riflette l‘ottimismo della banca d’affari per il mercato automobilistico di lusso, mentre in Europa i produttori tradizionali rischiano di perdere quote di mercato. Titolo poco mosso a Piazza Affari (-0,2%).
Per Ferrari, portafoglio resiliente e meno rischi competitivi
L’upgrade sul titolo del Cavallino Rampante da parte di Goldman Sachs è sostenuto dalla view secondo la quale nel mercato delle auto di lusso ci sono “meno rischi competitivi”. Gli analisti ritengono che “il consumatore si dimostrerà resistente in un periodo di rallentamento economico”.
Inoltre, la normativa aggiornata sull’e-Fuel ha il potenziale di “mitigare l’onere delle spese generali e ridurre il rischio sul valore dei marchi.” Pertanto, Goldman Sachs ha ridotto il Wacc utilizzato nella valutazione di Ferrari basata sul modello DCF dall’8,5% al 7,5%, pervenendo così ad una valutazione più elevata.
Il portafogli ordini della casa automobilistica italiana è rimasto resiliente e potrà beneficiare della messa in produzione dei modelli Daytona SP3 e Ferrari Purosangue.
Il dietrofront di Goldman Sachs su Ferrari
Goldman Sachs è tornata sui propri passi dopo aver inserito Ferrari nella sell list nel giugno 2021. Da quel momento, le quotazioni sono cresciute di oltre 47 punti percentuali rispetto al -10% dell’indice di settore.
“Credevamo che la carenza di semiconduttori a livello mondiale si sarebbe attenuata, portando così a un aumento della produzione automobilistica, non prevedevamo che Ferrari ne fosse uno dei principali beneficiari. Questa visione si è rivelata sbagliata”, ammettono gli analisti.
“Ancora oggi la mancanza di semiconduttori continua a frenare la produzione degli Oem tradizionali, mentre il posizionamento di lusso ha permesso alla Ferrari di pagare di più i chip, assicurandosi così la fornitura”.
E non è tutto, in quanto la banca temeva che “la transizione ai veicoli elettrici a batteria, obbligatoria in Europa, rappresentasse un rischio a lungo termine per il valore della Ferrari. Un rischio scemato, grazie alla presentazione dei piani di elettrificazione del Cavallino Rampante”.
Infine, “abbiamo sottovalutato la domanda di modelli Ferrari, in particolare la forte domanda di Roma e Purosangue”.
Più cupo lo scenario per gli altri produttori auto europei
L’upgrade di Ferrari si inserisce in un contesto di mercato in cui gli operatori di settore in Europa rischiano di subire la concorrenza di Tesla e delle case automobilistiche cinesi, più avanti nella transizione verso i veicoli alimentati a batteria.
Il divario tecnologico nella propulsione elettrica, secondo Goldman Sachs, potrebbe erodere le quote di mercato dei produttori europei, i cui margini sono nettamente inferiori al 27% conseguito nel 2022 da Tesla.
“Nel prossimo decennio, crediamo che Tesla e gli original equipment manufacturer cinesi conquisteranno quote di mercato in Europa”. Ad oggi, gli operatori storici e del mercato di massa rappresentano circa il 72% delle vendite nell’Ue più area Efta e Regno Unito (dato 2022). In tale contesto, la banca d’affari statunitense ha abbassato la raccomandazione su Bmw da Buy a Neutral (con prezzo obiettivo in calo da 113 a 109 euro) e quella su Volvo da Neutral a Sell (tp abbassato da 46 a 41 euro).