Notizie Notizie Italia Elezioni, vittoria M5S spauracchio per chi è long sui BTP. Per euro scenario migliore è governo centrodestra

Elezioni, vittoria M5S spauracchio per chi è long sui BTP. Per euro scenario migliore è governo centrodestra

1 Marzo 2018 08:53

Una vittoria del M5S alle elezioni politiche italiane viene considerata una prospettiva molto poco probabile dagli analisti. Tuttavia, se dovesse concretizzarsi, darebbe filo da torcere soprattutto a chi ha posizoni long sui BTP e il debito italiano, in generale, in quanto si tradurrebbe in un balzo dei tassi, e dunque dei costi di rifinanziamento del debito. Ciò si rifletterebbe a sua volta nello spread BTP-Bund a 10 anni, che tornerebbe a salire al record in cinque anni.

E’ la previsione di alcuni analisti intervistati da Bloomberg, riportata nell’articolo “A Five Star Win in Italy Could Mean Pain for Bondholders” (Una vittoria del M5S potrebbe significare più problemi per i detentori di bond).

In media, gli esperti ritengono che esista una probabilità di appena il 10% che vada al governo una coalizione dominata dal M5S. Se ciò avvenisse, tuttavia, lo spread raddoppierebbe il suo valore fino a 260 punti base (a fronte dei 133 attuali), livello che l’ultima volta è stato visto nel 2013. L’euro, invece, scenderebbe al di sotto della soglia di $1,21.

Tra gli analisti intervistati da Bloomberg parla Matthew Cairns, strategist di Rabobank International: una vittoria del M5S sarebbe “negativa per l’euro, e si tradurrebbe in un allargamento dello spread, visto che il candidato (Luigi Di Maio) potrebbe decidere di spingere per l’uscita (dell’Italia) dall’euro. Tuttavia, le chance che si possa formare una coalizione rimangono molto basse”.

Gli strategist di JP Morgan del team di Fabio Bassi ritengono che la probabilità di un governo “non tradizionale” sia di appena il 3%: in questo caso, lo spread balzerebbe a 300 punti base; la chance di una Grande Coalizione viene data al 31%: in questo caso lo spread scenderebbe a 100 punti base.

Credit Agricole prevede uno spread in stabilizzazione nel range tra 130 e 150 punti base, presupponendo che al governo non vadano gli euroscettici.

Lo scenario di base di UniCredit è una “formazione di un’ampia coalizione di partiti tradizionali e pro-Europa (dunque di un’alleanza tra Forza Italia e il Pd)”, che permetterebbe allo spread di scendere a 110 punti base circa. Gli strategist di UniCredit, tra cui Luca Cazzulani, ritengono che il mercato stia già scontando tale prospettiva.

Nomura dà al 21% la probabilità di un ritorno alle urne con nuove elezioni dopo quelle di domenica 4 marzo: in questo caso lo spread si allargherebbe a 200 punti base.

Dal sondaggio trapelano anche gli outlook sull’euro, a seconda di chi prenderebbe il potere. Lo scenario migliore viene considerato una vittoria del centrodestra.

In questo caso, la valuta potrebbe salire fino a $1,2380. Il consensus frutto del sondaggio di Blooberg assegna una probabilità del 20% a questo scenario.

In generale, la prospettiva di un Hung Parliament viene data al 40%, e vede l’euro a $1,2250.

Con la vittoria del M5S alle elezioni l’euro scenderebbe, secondo la media degli outlook degli strategist intervistati da Bloomberg, fino a $1,2054, presupponendo che la valuta oscilli attorno a $1,23 nei giorni precedenti il voto (nelle ultime ore, la moneta unica ha bucato tuttavia $1,22).