Notizie Notizie Mondo I dividendi rallentano nel 2025: le novità sulla mappa globale

I dividendi rallentano nel 2025: le novità sulla mappa globale

7 Maggio 2025 10:00

Dopo un 2024 da record, il primo trimestre del 2025 mostra che la stagione d’oro dei dividendi potrebbe aver superato il picco. I payout globali sono cresciuti del 9,4% su base annua, toccando quota 398 miliardi di dollari: un risultato solido, ma in netta decelerazione rispetto al +15,3% registrato nell’ultimo trimestre dello scorso anno. Un campanello d’allarme per gli investitori, mentre le aziende iniziano a fare i conti con dazi, tensioni geopolitiche e un clima macro più fragile. A tenere a galla i rendimenti sono le big bank cinesi e il settore finanziario nordamericano, mentre frenano consumi e mercati emergenti. Il tema è stato approfondito dagli esperti del team di Vanguard in Europa.

Il quadro globale dei dividendi

In particolare, secondo quanto rilevato dall’analisi di Vanguard, nel primo trimestre del 2025, anche se la crescita rimane robusta, l’incremento è di molto inferiore al +15,3% del quarto trimestre del 2024. Questo è il primo segnale che le incertezze globali stanno pesando sempre di più sulla fiducia delle aziende. Le distribuzioni globali a 12 mesi rimangono a 2.200 miliardi di dollari per l’anno in corso. Nel 2024 i pagamenti dei dividendi hanno raggiunto livelli record. Anche se le distribuzioni hanno continuato ad aumentare nel primo trimestre del 2025, si stanno manifestando le prime conseguenze degli eventuali dazi. I rallentamenti dei dividendi si sono registrati soprattutto nell’Asia-Pacifico e nei mercati emergenti (esclusa la Cina), oltre ai tagli delle società di beni di consumo negli Stati Uniti (-5,8 miliardi di dollari su base annua) e in Cina (-2,3 miliardi di dollari su base annua). Nel primo trimestre queste perdite sono state compensate dalle distribuzioni di dividendi nel settore finanziario nordamericano e nel settore IT.

La Cina guida la crescita 

Una stagnazione delle distribuzioni globali nel primo trimestre è stata evitata da un acconto sui dividendi record della Cina. Le “Big 4” cinesi, le quattro maggiori banche statali (ICBC, Bank of China, Agricultural Bank of China, Bank of Communications), hanno versato 24,3 miliardi di dollari solo nel primo trimestre, quasi la metà delle loro distribuzioni totali nel 2024. Se fino al 2024 le distribuzioni sono state effettuate annualmente, e per lo più nel terzo trimestre dell’anno, in futuro i dividendi saranno distribuiti in modo più uniforme per motivi normativi. In questo modo, le banche statali cinesi stanno creando un precedente per le società cinesi che seguiranno l’esempio e introdurranno distribuzioni semestrali, se non trimestrali.

Gli USA restano protagonisti

A livello globale, i pagamenti dei dividendi mostrano un quadro eterogeneo. In Giappone l’aumento è stato del 18%, in Nord America del 4%, in Gran Bretagna dell’1% e in Europa dello 0%. I mercati emergenti, esclusa la Cina, hanno registrato una crescita inferiore di quasi il 7% rispetto all’anno precedente, mentre le società della regione del Pacifico, escluso il Giappone, hanno ridotto le loro distribuzioni del 14%.

Nonostante l’eccezionale acconto sui dividendi della Cina, il Nord America rimane il principale distributore di dividendi, con circa 191 miliardi di dollari nel primo trimestre, seguito dai mercati emergenti (74 miliardi di dollari), dall’Europa (51 miliardi di dollari) e dalla Cina (38 miliardi di dollari).

Il settore finanziario rimane il chiaro leader in termini di dividendi con 101 miliardi di dollari distribuiti, seguito dall’energia (56 miliardi di dollari), dall’healthcare (46 miliardi di dollari), dalla tecnologia (39 miliardi di dollari) e dai beni di consumo (32 miliardi di dollari).

Gli investitori guardano all’Europa

Con le principali banche cinesi che dovrebbero passare a distribuzioni semestrali nel terzo trimestre, gli investitori stanno rivolgendo la propria attenzione all’Europa. Tradizionalmente, il secondo trimestre è il momento più importante per i dividendi. Tuttavia, nel 2025 potrebbe essere più difficile ottenere distribuzioni record in dollari, soprattutto a causa delle crescenti tensioni commerciali che potrebbero pesare sull’economia europea orientata alle esportazioni.

La view di lungo periodo

Insomma, i dividendi rimangono una componente centrale dei ritorni azionari a lungo termine. Dal 1993, l’indice FTSE All-World è cresciuto di quasi il 1.150%, di cui 586 punti percentuali sono attribuibili ai dividendi reinvestiti. Una tendenza che probabilmente acquisterà ulteriore importanza, soprattutto in un contesto di mercato caratterizzato da maggiore incertezza e tendenze alla stagflazione.