Borse europee deboli, luglio parte in calo

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La prima seduta del mese di luglio, che segna l’avvio ufficiale del secondo semestre dell’anno, parte in calo e all’insegna della debolezza per i principali indici europei, che sono reduci da un buon mese di giugno. Tra gli spunti di oggi alcuni dati macro, come l’inflazione Ue e l’indice Ism manifatturiero per gli Usa.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 1° luglio 2025
Indici Europa e Italia
L’indice Euro Stoxx 50 termina sotto la parità a -0,4% mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib cede lo 0,58% e chiude a a 39.561 punti.
In calo il Dax tedesco (-0,8%), poco mossi il Cac40 francese (-0,04%) e l’Ibex35 spagnolo (-0,03%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari chiudono in vetta Campari, Brunello Cucinelli, Enel e Moncler.
In rosso Mediobanca dopo l’uscita di Banca Mediolanum dal capitale. Arretrano anche Leonardo, Bca Pop Sondrio e Bper Banca.
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Obbligazioni e Spread Btp/Bund
Sull’obbligazionario europeo il rendimento del decennale tedesco è al 2,57% mentre quello del Btp si attesta al 3,44%, con lo spread Btp/Bund in area 87 punti base.
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Forex, Commodity e Cripto
Sul forex, il cambio euro/dollaro oscilla in area 1,177 mentre il dollaro/yen arretra a 143,6.
Tra le materie prime, il petrolio Brent si riavvicina a 67 dollari al barile.
In rialzo l’oro a quota 3.340 dollari.
Fra le criptovalute, si muove ancora in calo il Bitcoin sotto i 106.000 dollari.
Gli appuntamenti macro di oggi
In primo piano oggi l’inflazione della zona euro che nel mese di giugno è risalita al 2% e ha centrato il target della Banca centrale europea (Bce). Secondo il dato preliminare di giugno diffuso poco dopo le 11 dall’Eurostat, i prezzi al consumo nella zona euro sono aumentati del 2% su base annua rispetto all’1,9% di maggio. Una lettura flash in linea con le indicazioni raccolte da Bloomberg. L’inflazione core, ossia al netto delle componenti più volatili come alimentari ed energia, è rimasta ancorata al 2,3%, come previsto, mentre l’indicatore dei servizi, attentamente monitorato dalla Bce, è salito al 3,3%.
“E’ probabile che da questo momento l’inflazione scenda al di sotto del target, alla luce dei prezzi relativamente bassi del petrolio, della forza dell’euro e della domanda interna ancora debole”, avverte Felix Feather, economista di Aberdeen Investments, secondo il quale “questi fattori spingeranno la Bce a procedere con un ulteriore taglio dei tassi quest’anno, anche se su questa previsione pesano rischi in entrambe le direzioni”.
Indicazioni positive per gli Usa sono arrivate dall‘indice Ism manifatturiero di giugno. Il dato è migliorato a sorpresa, salendo a quota 49 dal precedente 48,5 (consensus Bloomberg a 48,8).