Sul forex, il cambio euro/dollaro sale ancora a 1,092 mentre il dollaro/yen si attesta a 147,5.
Borse Europa chiudono ancora in rosso, Trump alza dazi su acciaio e alluminio canadesi

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Le borse europee chiudono un’altra seduta all’insegna delle vendite, in un clima cauto a causa dei dazi e delle preoccupazioni per l’economia.
Panoramica sulla chiusura delle Borse del 11 marzo 2025
Indici Europa e Italia
L’indice Euro Stoxx 50 conclude in calo dell’1,5%, mentre a Piazza Affari l’indice Ftse Mib termina la sessione in ribasso dell’1,38%% a 37.698,31 punti.
Negativi anche il Dax tedesco (-1,3%) e il Cac40 francese (-1,3%) e l’Ibex35 spagnolo (-1,5%).
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Migliori e Peggiori a Piazza Affari
Sul paniere principale di Piazza Affari, acquisti in particolar modo su Leonardo, Prysmian e A2a.
Al contrario, le vendite colpiscono soprattutto Stellantis, Campari e Recordati Ord.
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Obbligazioni e Spread Btp/Bund
Sull’obbligazionario, lo Spread Btp/Bund con il rendimento del Bund in salita al 2,9% e il Btp al 4,01%.
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Forex, Commodity e Cripto
Tra le materie prime, il petrolio Brent a 70 dollari al barile.
L’oro scambia in area 2.910 dollari l’oncia.
Fra le criptovalute, Bitcoin ritorna a 81.500 dollari.
Gli eventi della giornata
Sul fronte dei dazi, Donald Trump ha annunciato un aumento delle tariffe su acciaio e alluminio canadesi al 50% come ritorsione per la decisione dell’Ontario di imporre una tassa sull’elettricità inviata negli Stati Uniti. L’escalation di tensioni commerciali continua a frenare il sentiment, aggiungendosi alle prospettive incerte sull’economia statunitense nel breve periodo, che hanno portato Citigroup e Hsbc a declassare l’azionario Usa a “neutral”, puntando su Cina ed Europa.
Dall’agenda macro sono giunti i dati di gennaio sulle offerte di lavoro negli Stati Uniti, in aumento a 7,74 milioni, mentre il tasso di abbandono volontario del lavoro è salito al 2,1%, il più alto da luglio, e i licenziamenti sono scesi all’1%, il più basso da giugno. Nonostante il miglioramento di gennaio, i report più recenti indicano un rallentamento del mercato del lavoro, alimentando le attese di tagli dei tassi della Fed per quest’anno.