Bce: calda estate di rialzi tassi? E’ battaglia contro ‘piaga inflazione’

La riunione della Banca centrale (Bce) si avvicina. Quache settimana dopo il 25esimo anniversario dalla nascita della Bce (primo giugno 1998), il 15 giugno è in calendario il nuovo meeting dell’istituto di Francoforte chiamato ancora una volta a decidere sui tassi di interesse dell’area euro per far fronte all’inflazione (Consulta il calendario delle riunioni Bce).
Lo scorso 4 maggio, la Bce ha rimesso nuovamente mano ai tassi. “Le prospettive di inflazione continuano a essere troppo elevate da troppo tempo. Alla luce delle perduranti alte pressioni inflazionistiche, il Consiglio direttivo ha deciso oggi di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce”.
Meeting giugno Bce e gli interrogativi su prossimi rialzi
Come si muoverà nel prossimo incontro? Quanti rialzi potrebbero essere annunciati nel corso dell’estate? Sono solo alcuni degli interrogativi in vista della prossima riunione.
Nell’attesa, a tenere banco sono le dichiarazioni di alcuni membri del consiglio direttivo. Ieri, Joachim Nagel, presidente della Bundesbank, ha detto che la Bce avrà bisogno di effettuare ancora “diversi interventi” sui tassi, e poi di mantenerli su livelli restrittivi sufficientemente a lungo. Lunedì il Governatore della Banca di Francia, Francois Villeroy de Galhau, ha dichiarato che la Bce raggiungerà il picco dei tassi di interesse nelle prossime tre riunioni, senza necessariamente aumentarli ad ogni incontro. Secondo Villeroy, è stato “saggio e prudente” rallentare il ritmo degli incrementi a 25 punti base questo mese.
E ancora a inizio settimana le parole di Madame Lagarde che ha rimarcato che l’intenzione è quella di continuare ad alzare i tassi dell’area euro, per sconfiggere la piaga dell’inflazione. In un’intervista rilasciata nel fine settimana alla stampa olandese, Lagarde ha detto chiaro e tondo che la Bce “non ha ancora finito”, e che “non sta facendo una pausa, in base alle informazioni di cui disponiamo oggi”.
Problema inflazione
Il problema numero uno resta l’inflazione. Lo ha ribadito anche oggi Christine Lagarde in una lettera pubblica sul blog della Bce in vista dei 25 anni dall’istituzione della Bce, “Oggi stiamo agendo con la stessa determinazione per ridurre l’inflazione. Dopo essere stata per anni troppo bassa, l’inflazione è ora troppo elevata e rimarrà prevedibilmente tale per troppo tempo“. Al momento, l’inflazione nella zona euro è ancora al 7%, più alto dell’obiettivo del 2% della Bce, e un rallentamento significativo, in particolare la componente core, potrebbe arrivare solo in autunno.
Le attese di HSBC: Bce, altri 3 aumenti fino a settembre
La Banca centrale europea porterà avanti il suo ciclo di rialzi anche oltre l’estate, con ulteriori aumenti di 25 punti base per ognuna delle riunioni in programma a giugno, luglio e settembre. Ciò porterebbe il tasso di riferimento sui depositi al 4%. Ma nelle sue previsioni, che vanno fino alla fine del 2024, HSBC non vede ancora alcun taglio dei tassi. Questi alcuni punti saliente che emergono dal report di HSBC dal titolo “Summer hiking 2023“.
Cinque motivi per cui la BCE continuerà…
HSBC si sofferma sui i cinque motivi che porteranno la Bce a non interrompere il suo cammino sul fronte dei rialzi dei tassi. Innanzitutto, l’attività rimane straordinariamente vivace nel settore dei servizi. La compressione dei redditi si sta attenuando e la fiducia dei consumatori è ben lontana dai suoi minimi. Inoltre, indicano gli espetti, il mercato del lavoro rimane piuttosto rigido e la crescita dei salari è in costante aumento.
Altra questione: la produttività è stata scarsa, il che, insieme all’aumento dei salari, implica una crescita del costo del lavoro delle imprese superiore a quella compatibile con un obiettivo di inflazione del 2%. Inoltre, i policymakers ritengono che ci sia “più terreno da percorrere” e alcuni vogliono alzare i tassi fino a quando non vedranno segnali di un calo “sostenuto” dell’inflazione di fondo, cosa che secondo noi non avverrà prima dell’estate.
L’ultimo punto, il quinto, riguarda il fatto che la politica fiscale rimane di sostegno, con la riallocazione dei fondi per le misure di sostegno all’energia a spese più generali e crediti d’imposta diffusi.
I cinque motivi di cautela
La parola cautela è d’obbligo. I motivi? Gli esperti di HSBC ne hanno individuati cinque:
- Gli indicatori del credito mostrano che la stretta monetaria comincia a farsi sentire.
- La politica monetaria funziona con “ritardi lunghi e variabili”.
- La forte dipendenza dell’eurozona dai prestiti bancari implica un rischio maggiore di un’eccessiva stretta, in particolare quando la BCE riduce il proprio bilancio.
- I margini di profitto potrebbero non essere così inflazionistici come sembra, dato che gran parte dell’aumento degli utili unitari si è concentrato nel settore energetico.
- Un’eventuale acuta volatilità dei mercati che incidesse in modo sostanziale sulle prospettive di inflazione – come un forte aumento dei costi di finanziamento delle banche o degli spread dei titoli sovrani della periferia – potrebbe bloccare la BCE e costringerla addirittura a tagli.
LEGGI ANCHE