Notizie Indici e quotazioni Azionario a un punto di svolta? Goldman Sachs: piuttosto, ‘rally da mercato orso’. E stima tonfi eps fino a -45%

Azionario a un punto di svolta? Goldman Sachs: piuttosto, ‘rally da mercato orso’. E stima tonfi eps fino a -45%

1 Aprile 2020 13:29

“Questo mercato orso continua a confermarsi insolito, e non per l’intensità della flessione ma, piuttosto, per la sua velocità e la sua volatilità”. Parola degli analisti di Goldman Sachs. Nella nota: “The Bear Rally: market churn, not a market turn”, gli esperti mettono in guardia i rialzisti dal cantare vittoria troppo presto.

Il consiglio è che la “velocità con cui Wall Street ha recuperato terreno la scorsa settimana – con un rally che è stato pari a +18% in tre giorni – non deve trarre in inganno. Certo questo mercato orso è molto diverso rispetto a quelli a cui la storia ci ha abituati. La velocità con cui l’orso ha cacciato il toro, intanto, è stata “eccezionale”.

“E’ difficile pensare che il mercato azionario Usa viaggiava a valori record appena cinque settimane fa – si legge nel report La sua caduta nel territorio di mercato orso (il primo calo del 20%) è avvenuta in tempi record, in appena 16 giorni di trading, rispetto al precedente record dii 44 giorni con cui l’orso aveva fatto il suo ingresso a Wall Street nel 1929″.

Ora, i recenti rialzi sono forse motivo di credere che il mercato sia vicino a un nuova svolta, altrettanto repentina, magari, quanto lo è stato il ritorno del bear market?

Goldman Sachs risponde a questa domanda con prudenza, affermando che ci sono “ragioni che invitano a essere cauti”.

“Nonostante l’intensità del sostegno arrivato dalle autorità politiche (in Usa stimoli fiscali da $2 trilioni) e dalle banche centrali (Federal Reserve e Bce) – che, ammettiamo, sono una condizione necessaria per la ripresa dei mercati – riteniamo che sia troppo presto parlare di una svolta, anche perché i livelli e le valutazioni dei mercati azionari sono ancora troppo alti”.

Brutto colpo per chi credeva invece che le borse versassero ormai in una condizione di iper venduto, dopo i vari episodi di panic selling scatenati dal timore dell’impatto del coronavirus sull’economia mondiale.

Di fatto, spiegano gli strategist, “la maggior parte dei mercati azionari, dopo il recente rally, viaggia a un valore inferiore di solo il 25-30% rispetto ai massimi e questi sono stati massimi non solo dei livelli di mercato ma anche delle valutazioni”.

Ovvero?

“Sebbene alcuni parametri di valutazione siano chiaramente scesi dai livelli di inizio anno, il rally dell’ultima settimana suggerisce che i livelli attuali dei mercati non riflettano l’intensità del calo dell’eps (utile per azione) che noi prevediamo. Per esempio, noi stimiamo un calo (dell’eps) del 33% negli Stati Uniti e del 45% in Europa)”.

“In più molti parametri di valutazione non lasciano pensare a valori simili a quelli della crisi. Per esempio, il rapporto P/E europeo basato sulle stime del consensus sugli utili forward è tornato ora a 12 volte quello forward a 12 mesi, quando in occasione della grande crisi finanziaria e della crisi dei debiti sovrani scese rispettivamente ai minimi di 7 e 8 volte (ancora, considerando in entrambi i casi le stime forward del consensus”.

E’ vero che “altri parametri, come il dividend yield, appaiono convenienti, ma questo potrebbe non essere sufficiente. I nostri strategist Usa stimano (tra l’altro) che “i dividendi delle società quotate sullo S&P 500 scenderanno del 25% a $44 per azione, nel corso del 2020″.

Ora, “in realtà, i dividendi sono saliti del 9% nel primo trimestre” Ma nonostante questo, gli strategist “prevedono un’ondata di sospensioni, tagli ed eliminazioni dei dividendi, che porteranno i dividendi a scendere del 38% nei prossimi nove mesi. E ciò significa che su base annua i dividendi scenderanno a un valore per l’appunto inferiore del 25% rispetto ai livelli del 2019″.

Più che di una ripresa dei mercati, Goldman Sachs crede così in un rally del mercato orso, e fa notare che “la scorsa settimana, tra il 23 e il 26 marzo, l’indice (azionario) MSCI AC World ha segnato un rally del 16% in tre giorni, mentre lo S&P 500 in tre sedute ha fatto +18%, in quello che è stato il rally in tre giorni migliore dal 1933. La scorsa settimana è stata anche quella in cui l’MSCI AC World ha riportato il trend migliore, su base settimanale, dalla crisi del 2008″.

Sulla base di questi presupposti, “i nostri strategist Usa hanno mostrato che i rally dei mercati orso sono piuttosto comuni, come è avvenuto in particolare nel caso del mercato orso del 2008. Per esempio, tra i mesi di settembre e dicembre del 2008, lo S&P ha messo a segno sei distinti balzi pari o superiori a +9%, e in alcuni casi è volato fino a +19%, nell’arco di 1-6 sessioni. Ma il mercato ha toccato il fondo solo nel marzo del 2009, quando il ritmo della contrazione economica iniziò a rallentare”.

Le riflessioni sui mercati si accompagnano al nuovo outlook sul trend del Pil Usa presente nella nota.

“I nostri economisti hanno rivisto di nuovo al ribasso le loro stime per il (PIL) del secondo trimestre, e ora prevedono un calo su base annualizzata del 34% negli Stati Uniti (più di tre volte peggio del calo precedentemente più forte su base trimestrali, nel 1958) e di oltre -40% in Europa, simile all’intensità dei cali che la Cina ha sperimentato nel primo trimestre”.

C’è da dire che “molti investitori risponderebbero a queste stime sottolineando che, sebbene senza precedenti, questi numeri non sono più sorprendenti e neanche scioccanti. La maggior parte sembra concordare infatti sul fatto chge, con più del 90% dell’economia mondiale in lockdown, sarebbe strano se la crescita non scendesse in modo significativo nel breve termine. In ogni caso, è ciò che accade dopo il collasso di breve termine che il mercato sta iniziando a scontare”.