Alert crescita e Bce pronta a nuovo QE, mix perfetto per ridestare il rally dei Btp

14 e 15 agosto hanno visto il mercato obbligazionario in fermento. Anche se Piazza Affari era chiusa per festività, ieri i Btp sul secondario hanno fatto la voce grossa sprintando più del Bund con lo spread che si è ricucito a ridosso dei 200 pb, annullando quasi in toto il balzo susseguente alla crisi di governo.
Il rendimento del Btp a 10 anni è sceso fino all’1,33%, sui minimi a circa tre anni. Una inversione a U rispetto a una settimana fa quando l’avvio della crisi di governo aveva fatto balzare il tasso del decennale fino a oltre l’1,8%. Lo spread è sceso del 6,5% in area 203 pb ieri per poi risalire leggermente oggi a 208. Il Bund a 10 anni ha allungato ancora con tassi per la prima volta sotto la soglia di -0,70%.
Già il 14 agosto il rally dei bond globali era stato molto accentuato sui rinnovati timori di una recessione a seguito dei deboli dati da Germania e Cina, che hanno contribuito all’inversione della curva dei rendimenti negli Usa.
Rehn promette una Bce super-aggressiva
A dare slancio ai Btp sono state le parole dovish di Olli Rehn. Il governatore della banca centrale finlandese e membro della Bce ha preannunciato mosse molto aggressive della banca centrale europea il prossimo 12 settembre. In particolare il banchiere, considerato uno dei membri più accomodanti del consiglio direttivo, ha dichiarato al Wall Street Journal che per la BCE è meglio superare le aspettative del mercato quando si tratta di nuove misure di sostegno e ha accennato al possibile taglio dei tassi ma anche un un sostanziale piano di acquisto asset.
Wall street fatica a risalire, oggi focus su dati immobiliari
Giornata priva di importanti spunti macro in Europa. Alle 11:00 l’unico dato in arrivo è quello della bilancia commerciale dell’area euro a giugno. Nel primo pomeriggio riflettori sui dati Usa relativi al mercato immobiliare: avvio nuovi cantieri e permessi edilizi al mese di luglio. Infine alle 16:00 l’indice della fiducia dei consumatori elaborato dal’Università del Michigan.
Ieri Wall Street ha cercato di digerire il tonfo della giornata precedente, la peggiore del 2019 a causa del concretizzarsi dell’inversione della curva dei rendimenti, che solitamente anticipa una fase recessiva dell’economia. In chiusra il Dow Jones è risalito dello 0,39% a quota 25.579 punti, + 0,25% per lo S&P 500 mentre il Nasdaq Composite è sceso ancora (-0,09% a quota 7.766,62).
Prosegue il calo dei rendimenti dei Treasury con il titolo trentennale che ha chiuso sotto il 2%, nuovo minimo storico. Dal fronte macro dati confortanti dalle vendite al dettaglio di luglio (+0,7%, meglio dele attese).