News Notizie Indici e quotazioni Wall Street: torna la paura per Omicron, Powell (Fed) parla dei rischi della variante al Senato

Wall Street: torna la paura per Omicron, Powell (Fed) parla dei rischi della variante al Senato

30 Novembre 2021 15:57

Wall Street negativa, come anticipato dai futures: la borsa americana paga di nuovo i timori sulla variante, che oggi sono tornati ad attaccare tutto il mondo. Alle 15.40 ora italiana, il Dow Jones perde 336 punti (-0,96%), a 34.799 punti; il Nasdaq arretra dello 0,13% a 15.762 punti, mentre lo S&P 500 scende dello 0,64% a 4.625 punti.

Il sentiment negativo è stato rinfocolato dalle dichiarazioni del numero uno di Moderna, l’amministratore delegato Stephane Bancel che, intervistato dal Financial Times, ha detto di ritenere che i vaccini esistenti siano meno efficaci contro la nuova variante del Covid.

Bancel aveva detto inoltre, in un’altra intervista rilasciata alla Cnbc nella giornata di ieri, che potrebbero volerci mesi per sviluppare e distribuire un vaccino ad hoc contro Omicron.

Le dichiarazioni di Bancel non fanno bene alla diretta interessata, la società produttrice di vaccini anti Covid-19 Moderna, che segna un tonfo del 7% circa. Bene invece la rivale Pfizer, tra i pochi titoli positivi dello S&P 500 con un rialzo dell’1%. In rialzo anche i titoli da lockdown, come Netflix, mentre Zoom Video fa dietrofront.

Sotto pressione invece i titoli del settore viaggi, crocere e compagnie aeree: sell su Expedia -2,7%, Norwegian Cruise Line Holdings -2,5% circa, American Airlines.

E’ atteso per oggi il discorso del presidente della Federal Reserve Jerome Powell in audizione al Congresso, per la precisione alla Commissione bancaria del Senato. Dagli estratti del discorso emerge che Powell dirà, tra le altre cose, che “il recente aumento dei casi di Covid-19 e la variante Omicron rappresentano rischi al ribasso per l’occupazione e l’attività economica e un aumento delle incertezze per l’inflazione”. Powell aggiungerà che “nna maggiore preoccupazione sul virus potrebbe ridurre la volontà dei cittadini di lavorare in presenza, fattore che rallenterebbe i progressi del mercato del lavoro e intensificherebbe i problemi della catena dell’offerta”.