Notizie Valute e materie prime Sterlina di nuovo sotto scacco, incubo Brexit senza accordo frena anche il PIL

Sterlina di nuovo sotto scacco, incubo Brexit senza accordo frena anche il PIL

9 Agosto 2019 15:39

Lo spauracchio di una Brexit senza accordo si fa sentire anche sul PIL britannico, in contrazione per la prima volta dal 2012. Il dato odierno ha visto la crescita segnare un calo a sorpresa dello 0,2% durante il secondo trimestre, il primo dato negativo da fine del 2012. Proprio lo scorso trimestre ha visto la caduta del governo di Theresa May con l’arrivo al suo posto di Boris Johnson. Il timore è che la discesa si confermi anche nel terzo trimestre portando a una recessione tecnica. Garry Young, economista del Niesr, ha dichiarato che la crescita economica nel Regno Unito è stata negativa nel secondo trimestre del 2019 ed è destinata a rimanere debole nel terzo trimestre a causa di un rallentamento globale e della continua incertezza relativa alla Brexit. “La nostra ultima stima implica che esiste un rischio significativo che l’economia sia già in una recessione e la chiara possibilità di una recessione più significativa in caso di Brexit senza accordo”, aggiunge l’economista.

La sterlina ha accolto male il dato sul PIL aggiornando i minimi a due anni contro il dollaro scendendo in area 1,205. Tra gli analisti si parla di possibile ulteriore discesa del pound e addirittura c’è chi prefigura scenari di discesa fino alla parità. Va ricordato che la sterlina ha già perso molto derreno, oltre l’8%, negli ultimi mesi a seguito della sfiducia alla May e il conseguente aumento del rischio hard Brexit.

 

I crescenti timori di una Brexit senza accordo

Secondo un sondaggio di Bloomberg contotto questo mese, la sterlina scivolerà a $ 1,10 se il Regno Unito dovesse uscire dall’UE senza un accordo.

 

“È probabile che questi numeri abbiano un effetto aggravante su una prospettiva già negativa per la sterlina, giustificata dall’ansia degli investitori, che è alimentata principalmente dall’incertezza sull’esito della Brexit e da probabilità sempre più elevate di un no-deal”, commenta Ricardo Evangelista, Analista Senior, ActivTrades, che aggiunge: “Lo scenario ‘hard Brexit’ è ampiamente visto come il peggior risultato possibile per il processo; un sentimento che probabilmente si rafforzerà, in seguito alla pubblicazione di questi ultimi dati sul PIL, poiché diventa chiaro che l’economia del paese sta deteriorando e che i danni legati alla Brexit non possono più essere liquidati come allarmismo”.