Notizie Notizie Mondo Stati Uniti: sorpresa positiva dal mercato del lavoro, la Fed rimarrà immobile. Ma non per molto

Stati Uniti: sorpresa positiva dal mercato del lavoro, la Fed rimarrà immobile. Ma non per molto

6 Dicembre 2019 16:00

Il mercato del lavoro negli Stati Uniti rimane robusto, nonostante i segnali di rallentamento dell’economia a stelle e strisce. Tra gli esperti però c’è chi vede il bicchiere mezzo vuoto e si aspetta un 2020 decisamente più difficile per la prima economia mondiale tra le tensioni commerciali con la Cina, il dollaro forte e lo stallo degli investimenti delle imprese in vista delle elezioni presidenziali. Intanto la Federal Reserve probabilmente starà alla finestra a guardare prima di entrare in azione con altre sforbiciate sui tassi. Ma per quanto tempo?

 

Secondo i dati diffusi oggi dal Dipartimento del Lavoro Usa, a novembre sono stati creati negli Stati Uniti 266mila nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli, in deciso aumento rispetto ai 156mila del mese prima (dato rivisto dal precedente +128mila) e ben oltre le aspettative degli analisti ferme a +186mila unità. Si tratta del maggior aumento da gennaio. Il balzo è stato favorito dalla fine dello sciopero in General Motors, durato sei settimane, e il conseguente ritorno al lavoro di 48mila operai. Probabile anche che la ripresa delle attività in GM abbia aiutato ad aumentare l’occupazione nelle società della catena di approvvigionamento, colpita di riflesso dalla protesta.

Il tasso di disoccupazione è tornato al 3,5%, sui minimi degli ultimi 50 anni, dopo che a ottobre era salito al 3,6%. Unica delusione è arrivata dai salari che sono cresciuti dello 0,2% su base mensile, contro il +0,3% atteso dal mercato, anche se su base annua la crescita è rimasta al di sopra del 3%.

 

Dopo il dato sono aumentate notevolmente le probabilità di una Fed immobile sui tassi. “L’aumento di 266mila nuove busta paga nei settori non agricoli è stato di gran lunga migliore del previsto e con una revisione verso l’alto di 41mila unità negli ultimi due mesi, possiamo tranquillamente affermare che la Fed non taglierà i tassi per la quarta volta quest’anno quando il comitato si riunirà la prossima settimana”, commentano da ING, sostenendo che la banca centrale americana rimarrà ferma anche i prossimi mesi. Ma non per molto. “Nonostante i dati scoppiettanti di oggi, l’economia americana sta vivendo un rallentamento e prevediamo che ciò si rifletterà nei guadagni più deboli dei salari nei prossimi mesi”.

Non solo. Il debole contesto di crescita globale, come sottolineato dai deludenti numeri sull’attività industriale in Germania, dal dollaro forte e dalle continue tensioni commerciali con la Cina, favoriscono un atteggiamento più cauto da parte degli imprenditori americani che hanno già rallentato per due trimestri consecutivi le spese per investimento. “È probabile, dunque – proseguono da ING – che nel quarto trimestre si assista a una terza frenata consecutiva del Pil Usa. Se a questo poi si aggiunge l’incertezza politica in vista delle elezioni presidenziali del prossimo anno, che rischiano di alimentare ancora di più l’atteggiamento attendista da parte delle aziende, preferiamo rimanere prudenti”.

 

Per queste ragioni, il broker olandese prevede addirittura due tagli dei tassi di interesse da parte della banca centrale americana già nella prima metà del 2020. Ben oltre e ben prima di quello che il mercato si aspetta. Se infatti l’andamento dei Fed Funds suggeriva prima della pubblicazione dei dati odierni sul lavoro una probabilità di un nuovo taglio dei tassi nell’estate 2020, ora i mercati scontano con una probabilità superiore al 50% che la Fed possa scegliere di abbassare il costo del denaro solamente a fine 2020.