Notizie Notizie Mondo Petrolio: Goldman Sachs spiega la svolta Opec. Per Mediobanca Eni e Saipem titoli top pick

Petrolio: Goldman Sachs spiega la svolta Opec. Per Mediobanca Eni e Saipem titoli top pick

9 Dicembre 2019 15:00

Prezzi del petrolio in calo, pochi giorni dopo la decisione dell’Opec+ di tagliare in modo più consistente la produzione dell’oro nero, nel corso del primo trimestre del 2020. Le quotazioni del WTI scambiato a New York cedono più di un punto percentuale, viaggiando attorno a quota $58,59 al barile, mentre il prezzo del Brent scende dello 0,90% circa, a $63,82 al barile.

Pesano le preoccupazioni sulla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, insieme alle incognite su quando potrà essere raggiunta un’intesa sulla cosiddetta Fase 1 di un più ampio accordo che ponga fine alle tensioni tra le due potenzie mondiali. Timori per il prossimo 15 dicembre, tra meno di una settimana quando, stando a quanto pianificato in precedenza dall’amministrazione di Donald Trump, potrebbero scattare nuove tariffe punitive su altri prodotti cinesi.

Le quotazioni del greggio scontano anche i dati macro provenienti dalla Cina, che hanno messo in evidenza un calo delle esportazioni per il quarto mese consecutivo.

L’effetto Opec+ (l’attesa per il vertice aveva fatto scattare le quotazioni di petrolio del 7% la scorsa settimana) sembra essere già svanito.

GOLDMAN SACHS SU DECISIONE OPEC: STRATEGIA TAGLI E’ CAMBIATA

Occhio al commento degli analisti di Goldman Sachs, che hanno fatto notare che la decisione di aumentare i tagli all’offerta di petrolio dai precedenti -1,2 milioni di barili al giorno a -1,7 milioni di barili al giorno “rappresenta una importante svolta nella strategia (del cartello): da una tesa a voler correggere gli squilibri nel lungo termine, attraverso impegni a intervenire aperti nel tempo, a una strategia volta a gestire gli squilibri del mercato fisico nel breve termine”.

MEDIOBANCA SECURITIES: COMMENTO SU OPEC, SAIPEM ED ENI SCELTE MIGLIORI

Ma quale sarà la ripercussione che la decisione dell’Opec potrebbe avere sui titoli dei colossi energetici italiani, come Eni e Saipem?

Gli analisti di Mediobanca Securities hanno detto la loro riferendosi in particolare alle conseguenze che i tagli del cartello e di altri paesi produttori di petrolio avranno anche sulle due società:

“Crediamo che il nuovo accordo sulla produzione raggiunto dall’Opec+ affronti in modo sufficiente l’eccesso di offerta atteso per il 2020 – hanno scritto gli esperti in una nota – Ora, dall’ultimo Outlook energetico di breve termine dell’AIE è emerso che l’associazione prevede un eccesso dell’offerta rispetto alla domanda di 300.000 barili al giorno, in media, durante il 2020. Tuttavia, tale previsione è basata sull’assunto di una produzione dell’Opec, in media, pari a 29,5 milioni di barili al giorno. Dopo la decisione dell’Opec, al fine di rendere esecutivi i nuovi tagli, e presupponendo che l’Arabia Saudita manterrà i suoi tagli volontari per il resto del 2020, la produzione totale dell’Opec sarà pari a 29,1 milioni di barili al giorno. Ciò potrebbe lasciar presagire anche una riduzione potenziale delle scorte globali di petrolio nei prossimi trimestri, fattore che dovrebbe sostenere il più ampio comparto energetico”. E “Saipem ed Eni”, per Mediobanca Securities, rimangono le scelte migliori, i cosiddetti top pick.

ING: TAGLI PIU’ SIGNIFICATIVI CON IMPEGNO ARABIA SAUDITA

Un report di ING firmato da Warren Patterson, responsabile della strategia di commodies, riassume quanto è stato concordato dai paesi del cartello e dai loro alleati, Russia inclusa:

“I membri dell’Opec hanno stabilito venerdì di tagliare ulteriormente la produzione nel corso del primo trimestre del 2020 di 500.000 barili al giorno, decisione che porta i tagli complessivi alla produzione a 1,7 milioni di barili al giorno per il trimestre”.

ING mette in evidenza come particolarmente significativa sia stata soprattutto la decisione dell’Arabia Saudita di produrre 400.000 barili al di sotto del livello che le spetterebbe in base al sistema di ripartizione delle quote.

“Questo implica che, nel primo trimestre del 2020, l’Arabia Saudita produrrà 9,7 milioni di barili al giorno, rispetto a una media di circa 9,8 milioni di barili al giorno prodotti finora nel 2019. Il fatto che l’Arabia Saudita taglierà ulteriormente (l’output) significa che, di fatto, l’Opec+ ridurrà (in tutto) 2,1 milioni di barili al giorno”.

Detto questo, ING fa notare che le attese, in vista del meeting che si è svolto la scorsa settimana a Vienna, erano per una intesa che avrebbe esteso i tagli alla produzione “almeno fino alla metà del 2020. Invece, il gruppo ha stabilito che i tagli saranno operativi fino alla fine di marzo (nell’ottica della strategia di breve termine messa in evidenza sopra da Goldman Sachs), in una situazione in cui c’è già molta incertezza sul mercato, nel 2020, visto che tutto (la dinamica della domanda e dell’offerta e di conseguenza dei prezzi) dipenderà da quanto solida si confermerà la crescita dell’offerta Usa”.

A tal proposito, “c’è stato un rallentamento dell’attività di trivellazione (negli States), fattore che porta a chiedersi se la crescita dell’offerta di 1 milione di barili al giorno (da parte degli Usa), prevista dall’EIA, sia un obiettivo raggiungibile”.

Di conseguenza, “vista l’incertezza sulla produzione americana, è possibile che l’Opec+ aspetti e poi decida di agire, per evitare di tagliare se non necessario. Questa decisione arriverà all’inizio di marzo, quando ci sarà un nuovo meeting”.

Patterson ritiene comunque che “la decisione adottata dall’Opec+ sarà sufficiente per sostenere i prezzi, così come continuiamo a stimare che i prezzi del Brent ICE si attesteranno in media a 60 dollari al barile, nel corso del primo trimestre del 2020. Il rischio al rialzo che incombe su questa view è la possibilità di assistere a incidenti dal lato dell’offerta. Un accordo (commerciale) significativo tra Stati Uniti e Cina potrebbe essere inoltre bullish per il sentiment“.

In ogni caso, secondo gli analisti, “l’outlook per il secondo trimestre del 2020 dipenderà in modo significativo da ciò che l’Opec deciderà all’inizio di marzo“.

Così Carlo Alberto De Casa, Capo Analista di ActivTrades commenta intanto il trend dei prezzi del petrolio successivo alla decisione dell’Opec:

Il petrolio si sta consolidando dopo il rally della scorsa settimana. All’incontro dell’OPEC è emersa una volontà forte dei membri di tagliare la produzione, con una successiva reazione del prezzo. Il taglio della Russia è stato particolarmente sorprendente, con oltre 130.000 barili al giorno, su un taglio totale di 372.000 tra i paesi dell’OPEC +, mentre il taglio dell’OPEC sta aumentando da 1,2 a 1,7 milioni di barili al giorno. Gli investitori hanno scommesso sulla solidità dell’accordo, anche se le prossime settimane saranno cruciali per capire se questo sarà rigorosamente rispettato da tutti i membri”.