Notizie Notizie Italia Mala tempora per TIM, analisti temono che aumento concorrenza peggiori le cose

Mala tempora per TIM, analisti temono che aumento concorrenza peggiori le cose

26 Giugno 2020 17:03

Telecom Italia si avvia a una chiusura in forte calo con oltre-3% sotto quota 0,36 euro. E’ il quarto ribasso sulle cinque sedute della settimana con TIM che si rimangia buona parte del rally di settimana scorsa, dettato dal crescente ottimismo su un’accelerazione sul fronte rete unica.

Sul fronte rete unica, oggi il ceo di Open Fiber, Elisabetta Ripa, ha espressso perplessità sull’idea dell’operatore unico. La Ripa respinge al mittente le accuse pervenute nei giorni scorsi da Beppe Grillo, che aveva parlato di ‘fallimento’ riferendosi al progetto Open Fiber, indicando come soluzione una fusione con la rete Tim e l’ascesa di Cdp nell’azionariato della tlc italiana fino al 25%.

“Le critiche di Grillo? E’ stato male informato perchè Open Fiber è una realtà solida: terzo gruppo per estensione della rete in Europa e primo fornitore wholesale only”, ha detto la manager. Il ceo di OF vede il rischio di rallentare gli investimenti nel breve/medio termine nel caso in cui si avviasse un progetto di rete unica, progetto che risponderebbe quindi più alle esigenze di TIM di difendere il posizionamento nel wholesale. La Ripa conferma le discussioni in corso con Iliad e l`ok dagli azionisti per un aumento di capitale da 450 milioni.

UBS non vede nero per Tim

In un report datato 24 giugno UBS mette in guardia dai rischi all’orizzonte per Telecom Italia confermando sell sul titolo con target price a 0,21 euro, ossia circa il 42 per cento sotto i livelli attuali del titolo e su livelli che costituirebbero i nuovi minimi di sempre per la tlc guidata da Luigi Gubitosi.

“Le sfide macro unite al continuo deterioramento del panorama della concorrenza italiana influenzato dai nuovi attori retail e all’ingrosso comportano rischi al ribasso sulle stime di consensus”, argomenta Giovanni Montalti, Analista di UBS Investment Bank, nel report intitolato “Mala tempora currunt sed peiora parantur”, ossia “Corrono brutti tempi, ma se ne preparano di peggiori”;

Sul fronte concorrenza è recente l’arrivo di Sky nella telefonia fissa con l’offerta Sky Wifi per i propri clienti e nei prossimi mesi anche Iliad dovrebe debuttare sulla telefonia fissa.

A detta di UBS i più importanti elementi di incertezza per Telecom al momento sono due. Il primo, a seguito della riduzione dei diritti di voto di Elliott, è la futura organizzazione della governance; il secondo è la struttura futura del mercato dell’accesso fisso wholesale che rimane poco chiara e, con il passare del tempo, la capacità di TIM di ridurre al minimo la diluizione della sua proprietà diminuisce.

UBS boccia il progetto FiberCop, ossia la joint venture fra Tim e KKR per la costituzione di una società ad hoc che includa la rete secondaria in rame. FiberCop non andrebbe a migliorare il quadro finanziario di Tim e nemmeno la sua posizione competitiva.

Rete unica crea valore?

UBS vede motivi per cui uno scenario di rete unica (FiberCop + Open Fiber) ma rimane scettica sulla capacità di TIM di mantenere il controllo. Assumendo l’acquisizione da parte di Telecom di una quota del 50% in OF con debito aggiuntivo o con azioni TIM di nuova emissione, gli analisti della banca elvetica concludono che è più probabile che un legame con OF offra una protezione al ribasso agli azionisti Telecom piuttosto che creare valore. Le sinergie (principalmente ricavi wholesale) sarebbero ampiamente compensate dal capex più elevato che verrebbe con tale scenario, abbinato ad una diluizione di capitale (in caso di acquisizione tramite azioni) o dall’incremento del leverage, in caso di acquisizione finanziata a debito”.