Notizie Valute e materie prime Mais e soia: semina in ritardo e risveglio dei prezzi. Altro che dazi, è tutta colpa del clima

Mais e soia: semina in ritardo e risveglio dei prezzi. Altro che dazi, è tutta colpa del clima

5 Giugno 2019 16:11

Gli agricoltori americani sono ad un bivio, dovendo decidere se sia per loro più redditizio coltivare mais o passare alla soia una volta che il tempo si sia rasserenato. Oppure possono decidere di non piantare nulla e chiedere risarcimenti assicurativi al governo federale. Sullo sfondo la mancanza di chiarezza sul pacchetto di aiuti che la Casa Bianca starebbe vagliando per coloro che sono stati colpiti dalla guerra commerciale. Certo è che a far più paura ai coltivatori, dice Nitesh Shah di Wisdom Tree, più che l’escalation delle tensioni commerciali tra Usa e Cina è il clima impazzito. Il mais ha avuto un forte rally nel corso del mese con un aumento del prezzo dell’8,5%. Generalmente i prezzi del mais aumentano durante la primavera e l’estate al momento della semina, per poi scendere nuovamente nel periodo di raccolto autunnale.

Clima piovoso causa ritardi nella semina 

Da metà maggio, il clima piovoso ha causato ritardi nella semina e da qui il mais ha registrato un’inversione di tendenza dalla metà di maggio. Sulla base dei dati del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, al 19 maggio, solo il 49% circa del mais è stato piantato, la percentuale più bassa registrata in questo periodo dell’anno dagli anni ‘80 e ben al di sotto della media di circa l’80%. Ha subito un analogo ritardo anche la soia, in calo del 4,5% nel corso del mese, e che ha recuperato alcune delle perdite precedenti nella seconda metà del mese. Stesso discorso vale per il frumento, poiché il tempo piovoso ha destato preoccupazioni per i ritardi nella semina e per una resa che potrebbe essere potenzialmente inferiore. Così i cereali, che potrebbero anche ricevere aiuti governativi per controbilanciare le perdite della guerra commerciale per gli agricoltori – conclude l’esperto – hanno mostrato resistenza nell’ultimo mese alle rinnovate tensioni commerciali, grazie alla preoccupazione di un’eventuale scarsità di scorte.

Le quotazioni del mais, che si sono spinte fino a 415,75 cents per bushel, sono salite del 24% da metà maggio (quando erano ai minimi da quasi un anno), così anche la soia in meno di un mese ha recuperato quasi il 10% riportandosi intorno a 8,5 dollari.