Notizie Notizie Italia Da Consiglio Ue debole sì a Recovery Fund anti COVID, con Nein Merkel a eurobond (e non solo)

Da Consiglio Ue debole sì a Recovery Fund anti COVID, con Nein Merkel a eurobond (e non solo)

24 Aprile 2020 09:16

Il Consiglio europeo, riunitosi in videoconferenza in tempi di coronavirus, ha detto sì al Recovery Fund, fondo per la ripresa ideato per dare una risposta all’emergenza economica e sanitaria provocata in Europa dal coronavirus e dal conseguente lockdown delle attività economiche. Spetta a questo punto alla Commissione europea stilare un piano per la nascita dello strumento, come ha annunciato lo stesso Giuseppe Conte. C’è, però, il classico problema di non poco conto rappresentato dai paesi del Nord Europa e, nello specifico, dalla Germania della cancelliera tedesca Angela Merkel.

Merkel ha detto sì al fondo, esprimendo però riserve su come debba essere finanziato. “E’ stato chiaro a tutti che abbiamo davvero bisogno di un Recovery Fund – ha detto la leader tedesca ai giornalisti, stando a quanto riporta Reuters – E voglio dire molto chiaramente che una soluzione così comune è negli interessi della Germania, perché le cose possono andare bene per la Germania solo se vanno bene per l’Europa”.

Eppure c’è il classico ‘ma’. Nella videoconferenza del Consiglio Ue, “non siamo stati sempre d’accordo, per esempio su come questo fondo dovrebbe essere creato, se dovrebbe presentare la forma di sovvenzioni o di crediti”, ha ammesso la cancelliera, secondo cui ogni finanziamento raccolto sul mercato dovrebbe essere rimborsato, e prendere dunque la forma di prestiti. Francia, Italia e Spagna hanno chiesto invece che vengano erogati sussidi e sovvenzioni alle economie più danneggiate dagli effetti della pandemia.

Ma Merkel ha insistito. Ci sono “limiti” sul tipo di aiuto che potrebbe essere offerto, e i sussidi “non fanno parte di una categoria su cui potrei essere d’accordo”.

MERKEL INSISTE: NO EUROBOND, NON ACCETTABILE MUTUALIZZAZIONE DEBITI

Incrollabile il no di Angela Merkel agli eurobond, visto che la Germania è comunque chiamata a dare contributi più alti al futuro bilancio Ue, che deve essere ancora approvato.

Non è accettabile che i debiti vengano mutualizzati“. E sul valore del fondo che, secondo alcune fonti potrebbe arrivare a 2 trilioni di euro, non si è esposta troppo: “Siamo tutti d’accordo sul fatto che non si parla di 50 miliardi di euro. Dico solo che non sarebbe un bene se si annunciasse solo il suo valore, senza giustificarlo”.

Di conseguenza, ha continuato, “abbiamo chiesto alla Commissione (europea) di presentarci delle proposte, valutando i singoli settori e calcolando quanti danni soffrirebbero”. Il riferimento è stato soprattutto ai settori auto e del turismo.

Apparentemente soddisfatto il premier Giuseppe Conte, che ha così commentato l’esito della riunione in videoconferenza del Consiglio europeo e, in particolare, l’ok al Recovery Fund.

“E’ stata una tappa importante della storia europea, tutti e 27 i paesi hanno accettato di introdurre per reagire alla crisi sanitaria economica e sociale uno strumento innovativo, il recovery fund, un fondo con titoli europei“.

Il piano per il suo lancio sarà presentato, ha confermato il premier, entro il prossimo 6 maggio:

“La Commissione lavorerà in questi giorni per presentare già il prossimo 6 maggio un Recovery Fund che dovrà essere di ampiezza adeguata e dovrà consentire soprattutto ai Paesi più colpiti di proteggere il proprio tessuto socio-economico”.

“E’ passato il principio che questo strumento è urgente e necessario – ha continuato il premier, riferendosi all’emergenza sanitaria ed economica provocata dal coronavirus COVID-19 – L’Italia era in prima fila a chiederlo e la nostra iniziativa con la lettera di alcuni paesi è stata molto importante. Era uno strumento impensabile sino adesso e si aggiungerà a quelli già messi in campo. Renderà la risposta europea più solida, coordinata ed efficace”.

Sul valore del fondo, Conte si è espresso: “L’ammontare del Recovery Fund dovrebbe essere di 1,5 trilioni di euro e dovrebbe fare trasferimenti agli Stati membri. Sono essenziali per preservare il mercato unico, la parità di condizioni e per assicurare una risposta simmetrica ad uno choc simmetrico”, ha sottolineato, stando a quanto riporta l’agenzia AdnKronos. D’altronde, “l’emergenza sanitaria è diventata molto presto un’emergenza economica e sociale. Ma ora stiamo affrontando anche un’emergenza politica“. Nel senso che “dovremmo evocare il concetto di solidarietà non solo nel senso di altruismo, ma anche nel senso meno romantico della comunanza d’interessi: stiamo lavorando per preservare il mercato unico. In questa prospettiva, non c’è alcuna differenza tra Nord e Sud Europa”.

Eppure, non sembra che la Germania abbia intenzione di abdicare alle sue convinzioni.

Intervistata a seguito della videoconferenza, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha fatto notare, tra l’altro, le enormi differenze nel modo in cui i diversi paesi potrebbero stimolare le loro rispettive economie, a causa delle diverse condizioni in cui versano i loro conti pubblici. Sulla dimensione del Recovery Fund, von der Leyen ha sottolineato che “non stiamo parlando di miliardi, ma di trilioni”.

RECOVERY FUND E NON SOLO SARA’ ‘TOO LITTLE TOO LATE?’

Ma l’aiuto sarà davvero sufficiente? Inoltre, arriverà in tempo per scongiurare il peggio o sarà “too little, too late”, come ha avvertito nel corso della stessa videoconferenza Christine Lagarde, presidente della Bce? Stando a una fonte riportata da Reuters, Lagarde avrebbe anche lanciato un alert sul rischio che, in caso di una grave crisi economica, il Pil dell’Eurozona finisca con il crollare fino a -15%, nel 2020, rispetto al 2019. In uno scenario meno tragico, la contrazione dovrebbe essere pari, invece, a -9%.

In ogni caso, qualcosa il Consiglio Ue ha sfornato, nella videoconferenza di ieri: se sul Recovery Fund bisognerà ancora attendere, i leader europei si sono trovati d’accordo sul piano di aiuti, del valore superiore ai 500 miliardi, che vede protagonisti il Mes per le spese sanitarie dirette e indirette, la Bei per le imprese, e il fondo Sure per la cassa integrazione europea. Misure che dovrebbero essere operative a partire dal prossimo 1° giugno.

Non poteva mancare l’affondo di Matteo Salvini contro l’ok al Mes. Così il leader della Lega con un post su Facebook:

“Approvato il MES, una drammatica ipoteca sul futuro dell’Italia e dei nostri figli. Di tutto il resto, come il Recovery Fund, si parlerà solo più avanti, ma già si delinea una dipendenza perenne da Berlino e Bruxelles”. “Sconfitta, fallimento, disfatta, oltretutto, avendo impedito al Parlamento di votare, violando la legge. Le promesse del governo di non usare il MES? Gli impegni, gli attacchi, le promesse di Conte? Erano solo FAKE NEWS. Ladri. Ladri di Futuro, di Democrazia, di Libertà. Noi ci siamo e non ci arrendiamo, viva l’Italia libera e sovrana!”.